Le immagini di terrore, delle botte e degli insulti, sono ancora vivide. Per questo tre insegnanti della scuola per l’infanzia Korczak di Vercelli sono finite agli arresti domiciliari: sono accusate di maltrattamenti sui bambini.
L’operazione Tutti giù per terra!, come è stata battezzata, è iniziata lo scorso maggio dopo la denuncia di una madre e di una sorella maggiore di due delle vittime.
La cronaca è raccapricciante e non è, purtroppo, la prima volta. Gli abusi e i maltrattamenti a scuola esistono. In tutte le sue forme anche quelli più sottili.
Ma qual è la soglia dell’abuso? Quale il limite che un insegnante non deve mai oltrepassare?
Io Donna, settimanale del Corriere della Sera, ha intervistato lo psicologo e psicoterapeuta, Fulvio Scaparro, in merito all’argomento: “Non è gravissimo solo il fatto che un insegnante tocchi in modo fastidioso un bambino in classe. Anche un’occhiataccia minacciosa o le urla, con la faccia deformata dalla rabbia fanno male ai bambini, che sono come lumache senza guscio, senza protezione. L’arte del rimprovero fermo senza uscire dai gangheri, senza rabbia, senza sfogo fisico e umiliazione psicologica, non è innata: richiede un percorso di formazione, di monitoraggio e di supervisione. Il mestiere dell’educatore – aggiunge – non è solo abilità tecnica, ma richiede una competenza psicologica che va formata, monitorata, supervisionata. Non esiste una supervisione degli insegnanti. Nella pratica – conclude – basterebbe il monitoraggio costante della responsabile di plesso, una passeggiata attenta tra i corridoi per testare le relazioni tra le maestre e i bambini, intervenendo nei casi più difficili”.
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