‘Scappati di casa’ è più di un semplice spettacolo: è un’espressione di ribellione post Covid, un grido di speranza e una narrazione profonda che coinvolge venti giovani attori del Teatro Gabrielli, guidati dal regista Roberto Gandini. Questa opera teatrale, presentata al Teatro Argentina di Roma, si distingue notevolmente per il suo significato e per l’approccio unico nella realizzazione. La Tecnica della Scuola ha intervistato Gandini, pochi minuti prima dello spettacolo del 9 giugno.
L’opera affronta temi di bruciante attualità quali i disastri ambientali, la corruzione e le guerre, mettendo in luce l’importanza del ruolo giovanile nell’affrontare e possibilmente nel contribuire a risolvere queste criticità globali. I giovani, secondo il narratore, rappresentano una sorta di ancora di salvezza in un mondo sommerso da problematiche spesso schiaccianti.
‘Scappati di casa’ non fa distinzioni: tra i venti ragazzi coinvolti nello spettacolo, alcuni con disabilità, simbolo di un’inclusione reale e profondamente sentita. Questa scelta non è dettata da un desiderio di diversità forzata, ma dalla convinzione che ogni individuo, indipendentemente dalle sue abilità, possieda un talento unico che merita di essere valorizzato. Il lavoro di Gandini ricorda che nel teatro, così come nella vita, le ‘debolezze’ possono trasformarsi in punti di forza se visti sotto la giusta luce.
Il processo creativo dietro ‘Scappati di casa’ è fortemente caratterizzato da un approccio di tipo work-in-progress, che si adatta e si reinventa costantemente fino all’ultimo. Questa flessibilità permette di plasmare lo spettacolo attorno alle capacità e alle personalità di ciascun giovane attore, trasformando ogni limitazione in un’opportunità.
Lavorare con giovani comporta una sfida distinta rispetto a quella di dirigere adulti, principalmente per l’esigenza di generare e mantenere alta la motivazione. Tuttavia, quando questa sfida viene superata, il risultato è una freschezza e un entusiasmo che raramente si trovano altrove. Il messaggio è chiaro: l’importanza dell’autenticità e della passione, sia nel teatro che nell’educazione, non può essere sottovalutata.
Il regista Gandini sottolinea l’importanza di stabilire un rapporto solido e continuativo tra scuole e mondo teatrale, enfatizzando che il teatro nelle scuole dovrebbe essere guidato da professionisti autentici e appassionati. Questo non solo per garantire la qualità dell’insegnamento, ma anche per trasmettere agli studenti il vero valore dell’arte.
Il viaggio attraverso ‘Scappati di casa’ non termina con la caduta del sipario: gli effetti di questa esperienza sui giovani attori sono profondi, incidendo sulla loro autostima e sul loro coraggio, nel vero senso della parola: la capacità di gestire la paura. Aumenta, inoltre, la loro capacità empatica, permettendo loro di comprendere e condividere le emozioni e le prospettive altrui.
In conclusione, ‘Scappati di casa’ non è solo uno spettacolo: è un’esplorazione coraggiosa dell’animo umano, un laboratorio di crescita personale e un manifesto di speranza per il futuro. Attraverso l’arte del teatro, i giovani imparano a navigare le sfide della vita con resilienza e empatia, portando avanti il messaggio che, nonostante le difficoltà, il cambiamento è sempre possibile.
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