Il progetto era già stato avviato i primi di novembre. Ora, dopo l’uccisione di Giulia Cecchettin che ha sconvolto un intero Paese, l’iniziativa assume una valenza ancor più significativa e accelera il passo: parliamo di “Scarpe rosse in fila” che – come riportato dall’edizione milanese del quotidiano La Repubblica – ha già coinvolto 600 bambini e ragazzi di Milano dai 6 ai 13 anni. Principalmente rivolto agli alunni della primaria e secondaria di primo grado del capoluogo lombardo, il progetto si è poi esteso a macchia d’olio in molte altre regioni italiane. L’idea, concepita dal collettivo di autrici “Missione fantastica” che ha pubblicato il libro “La bellezza salverà il mondo”, è semplice: realizzare una fila interminabile di scarpe rosse che unisca idealmente tutte le scuole d’Italia, da nord a sud, da Milano a Palermo, creando così una sorta di installazione permanente che serva a diffondere in tutto il Paese un forte messaggio simbolico contro la violenza sulle donne.
Le quattro autrici di “Missione fantastica” – Rossella Aucelli, Anna Fabrizi, Valentina Martin e Caterina Misuraca – hanno le idee chiare: nelle scuole che aderiscono all’iniziativa, ha dichiarato a Repubblica una delle autrici , prima leggiamo il capitolo del nostro libro dedicato a Chauvet ( Elina Chauvet, l’artista messicana che nel 2009 realizzò la sua installazione “Zapatos rojos” con 33 paia di scarpe rosse per combattere contro la violenza sulle donne, N.d.R.) e poi dipingiamo di rosso insieme ai ragazzi le vecchie scarpe che loro hanno raccolto nelle settimane precedenti. Quindi chiediamo ai ragazzi di diventare parte attiva della performance, posizionando le scarpe rosse fuori dalle rispettive scuole.
Le scuole che si sono unite, strada facendo, al progetto, realizzano autonomamente la performance e poi inviano le foto alle promotrici che provvedono subito a pubblicarle e condividerle sul profilo Instagram di “Missione Fantastica”. Da lì, in seguito, confluiranno in un video collettivo che sarà pronto per il 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Il nostro gesto – continuano le autrici – ha una valenza puramente simbolica, ma siamo convinte che possa contribuire a creare il retroterra culturale necessario a far sì che tragedie come quella di cui è stata recentemente vittima Giulia non si verifichino più.
La strada da percorrere è ancora lunga: nel corso dei numerosi incontri avuti con molti giovanissimi, le autrici hanno compreso quanto sia importante riflettere assieme su questi temi, adulti e ragazzi. Questi ultimi, infatti, soprattutto i più giovani, spesso non hanno le idee chiare, alcuni continuano a insultare pesantemente le compagne sulle chat, altri ritengono che il problema della violenza sulle donne non sia poi così grave come appare.
Insomma, di lavoro ce n’è abbastanza. Proprio per questo, concludono le autrici, abbiamo spiegato a ogni classe partecipante al nostro progetto che ciascuna scarpa rappresenta un piccolo frammento di un sentiero di pace e consapevolezza che tutti possiamo e dobbiamo tracciare insieme.
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