Ho sempre letto con particolare attenzione ciò che scrive Libero Tassella. Quasi sempre ne ho condiviso il pensiero. La sua lettera in merito allo sciopero del 29 però mi lascia qualche perplessità che spero di chiarire.
Non credo che la mancata adesione allo sciopero sia stato un segnale di approvazione dell’operato del governo. Che poi il governo lo usi politicamente e in modo demagogico è altro discorso e rientra nel balletto stucchevole di certa politica.
Credo che la maggior parte dei docenti abbia capito il futuro della scuola delineato da Giorgetti e Valditara ma credo anche che la maggior parte di loro non abbia quella coscienza politico/sindacale che aveva la vecchia generazione di docenti. Credo anche che la maggior parte di loro sia ormai andata oltre la delusione e oltre la fiducia nei confronti dei loro legittimi rappresentanti sindacali.
Non voglio, con questo, cercare di addossare le colpe a qualcuno ma la realtà è questa.
Libero Tassella lo sa bene perché il mondo sindacale lo conosce profondamente. Ovviamente la mia non vuole essere una giustificazione dei docenti e ATA ma bisogna prendere atto che qualcosa si è rotto tra sindacati e mondo della scuola. Questa rottura risale a molto tempo fa e non si è mai rimarginata. Se non ci fosse stata questa rottura la/il Gilda e l’ANIEF non sarebbero mai nate. Poi anche loro, per certi versi, si sono adeguati.
Il sindacato non è più tale. Da tempo ormai è diventato un patronato, un consultorio normativo o il luogo dove chiedere aiuto in caso di problemi con il DS.
Non dico questo per attaccare il sindacato. Credo ancora nella sua funzione indispensabile.
So anche, per esperienza diretta, che la funzione è ormai simbolica. Ricordo ancora le contrattazioni per il fondo di istituto e le risorse del merito (quale? Quello di essere accondiscendenti con il DS?).
Ricordo ancora che i provinciali aprivano bocca o tacevano a secondo del/dei beneficiario/i di quei fondi. Oppure a secondo del DS di turno. I docenti e gli ATA erano coscienti di quella recita ma non dicevano nulla per non inimicarsi al contempo il DS e i sindacati … perché non si sa mai se un giorno ne avessi bisogno.
Vedere compensi di diverse migliaia di euro a qualcuno e nemmeno un centesimo ad altri è la normalità.
Ho visto compensi che, conti alla mano, presupponevano un impegno di lavoro settimanale che andava oltre le 40 ore di un operaio in fabbrica. Nessuno dei sindacati ha avuto da obiettare. Chi scrive è passato per il rompiballe di turno.
Questa rottura risale, come dicevo prima, a molto tempo fa. Libero Tassella ricorda bene quando ancora con Luigi Berlinguer si voleva istituire il concorsone e qualche sindacato era già pronto con i corsi a pagamento pronti da attivare sul mercato.
Scrive Tassella: “neppure tutte le RSU dei sindacati che hanno proclamato lo sciopero hanno scioperato”.
Verissimo, ma le RSU sappiamo come vengono scelte e perché. Servono (magari non tutte) per acchiappare voti che è poi l’unica ragione per cui esistono ancora. Spesso (quasi sempre) non hanno nemmeno una formazione sindacale minima.
La mutazione politico/sindacale della categoria ha fatto il resto.
I docenti iscritti al sindacato perché lo ritengono uno strumento necessario e democratico del mondo del lavoro non esistono più.
Adesso i docenti sono i rappresentanti della generazione di quello che una volta si definiva il riflusso. Da quando poi il genio di Luigi Berlinguer con l’assenso di quasi tutti i sindacati introdusse il fondo di istituto … la categoria ha perso ormai molta della sua dignità.
In settembre c’è la corsa ai progetti neanche la scuola fosse uno studio di architetti. Anche respirare viene definito progetto purché porti soldi.
Ogni progetto ovviamente vuol dire soldi e più progetti presento più soldi porto a casa e per portare più soldi devo fare la guerra ai miei colleghi perché più progetti ci sono a scuola meno soldi verranno assegnati ai miei progetti.
Purtroppo questa è la realtà della cose ma questo non vuol dire che il mancato sciopero sia un’adesione alle politiche di questo governo.
Mario Lorenzo