Eravamo pronti a rivolgerle un augurio di buon lavoro ma con le sue prime esternazioni il neo ministro ci ha già gelato, dimostrando di non conoscere il mondo della scuola e soprattutto il duro lavoro dei docenti italiani”. Per Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Stefania Giannini è entrata con il piede sbagliato a viale Trastevere. A suscitare la dura reazione della Gilda sono state in particolar modo le dichiarazioni riguardanti gli scatti di anzianità che, secondo l’erede della Carrozza, vanno superati perché rappresentano “il frutto di un mancato coraggio politico del passato”.
“Non siamo contrari a merito e valutazione – precisa Di Meglio – ma è necessario individuare tutti insieme, parti sociali e amministrazione, un sistema che sia realmente in grado di valorizzare i docenti. Certamente la strada giusta non passa attraverso l’abolizione dell’anzianità di servizio, riconosciuta ai docenti in tutti i Paesi europei ma che in Italia è la più bassa in termini assoluti. Se gli automatismi stipendiali fossero eliminati – incalza il coordinatore della Gilda – gli insegnanti italiani rischierebbero davvero la proletarizzazione”.
La Gilda degli Insegnanti si dichiara nettamente contraria anche all’idea di abbreviare di un anno il percorso liceale, “un intervento – spiega Di Meglio – che ridurrebbe ancora di più l’organico già falcidiato dai tagli della Gelmini”.
“Ci auguriamo che il neo ministro convochi al più presto i sindacati per confrontarsi sul programma che intende attuare. Nel frattempo, per iniziare a capire le condizioni economiche e sociali in cui si trovano i docenti, – conclude Di Meglio – le consigliamo di leggere ‘Il maestro di Vigevano’, famoso romanzo di Lucio Mastronardi pubblicato nel 1962 ma purtroppo ancora drammaticamente attuale”.