Oramai la questione sugli scatti automatici di anzianità è diventata terreno di scontro quotidiano. Con i protagonisti che cambiano in continuazione. Stavolta è bastato leggere i cedolini dello stipendio di gennaio per innescare la miccia. E a farlo per primo non è stato un addetto ai lavori, ma la responsabile Scuola del Pd Francesca Puglisi. Che subito dopo essere stata informata sull’entità degli aumenti automatici al personale, ha accusato il ministro dell’Istruzione, per essersi “impegnata a fare l’avvocato difensore del presidente del Consiglio”, mentre “al personale della scuola italiana viene recapitato in busta paga l’ennesimo amaro regalino: la cancellazione di tre anni di servizio, un buco nella carriera degli insegnanti che non verrà più recuperato, a prescindere dal pagamento degli scatti stipendiali del 2010-2011-2012”. Secondo Puglisi il danno economico, alla lunga, sarebbe piuttosto alto: “stiamo parlando – ha aggiunto – di una perdita secca, in media, di 18.000 euro per ciascun lavoratore della scuola e siamo di fronte a un vero e proprio accanimento terapeutico, visto che a questo settore della Pa era già stato riservato l’86% dei tagli complessivi dei dipendenti dello Stato”.
Alle dure parole dell’esponente democratico hanno fatto seguito, nel pomeriggio, quelle dei sindacati non partecipanti all’intesa: in particolare di Mimmo Pantaleo, segretario generale dei lavoratori della conoscenza, per il quale il provvedimento – il decreto interministeriale Miur-Mef n. 3 del 14 gennaio scorso, che ha destinato 320 milioni di euro grazie al 30% dei risparmi derivanti dai tagli al comparto – “ha ripristinato soltanto la validità dell’anno 2010” mentre “i lavoratori della scuola si sono visti spostare in avanti di due anni il passaggio alla fascia stipendiale superiore”.
Alle dure parole dell’esponente democratico hanno fatto seguito, nel pomeriggio, quelle dei sindacati non partecipanti all’intesa: in particolare di Mimmo Pantaleo, segretario generale dei lavoratori della conoscenza, per il quale il provvedimento – il decreto interministeriale Miur-Mef n. 3 del 14 gennaio scorso, che ha destinato 320 milioni di euro grazie al 30% dei risparmi derivanti dai tagli al comparto – “ha ripristinato soltanto la validità dell’anno 2010” mentre “i lavoratori della scuola si sono visti spostare in avanti di due anni il passaggio alla fascia stipendiale superiore”.
“Così ad esempio – continua il sindacalista della Cgil – chi avrebbe dovuto avere lo `scatto’ a gennaio del 2013 adesso vi vede allontanare questo momento al gennaio 2015. Finalmente – continua Pantaleo – si fa chiarezza almeno su un punto: l’anno 2010 è valido, quindi, sono salvi gli scatti di anzianità di coloro che li maturano in corso d’anno e a gennaio 2011”. Per effetto dell’ art. 9 della legge 78/2010, resterebbe ancora in piedi, dunque, l’incertezza per il biennio successivo. “Per gli anni scolastici successivi – sostiene il leader della Flc-Cgil – bisognerà aspettare la certificazione delle economie degli esercizi finanziari 2011 e 2012 “.
Pessimista sull’esito della vicenda si è detto anche Marcello Pacifico, segretario Anief: “il fatto che il ministro Gelmini abbia promesso alle organizzazioni sindacali – ha detto il sindacalista degli educatori in formazione – di esser intenzionata a destinare tali risparmi per procedere ad un’elemosina, una tantum, in favore dei portafogli del personale di ruolo della scuola, non cancella la normativa che prevede come gli aumenti di stipendio non possono essere disposti né figurare come contributi versati ai fini della pensione”.
In chiusura di giornata la replica dei sindacati promotori dell’accordo estivo. Con una nota congiunta i segretari generali di Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals-Confsal – Francesco Scrima, Massimo Di Menna e Marco Paolo Nigi – si sono detti sorpresi per le parole di Puglisi, che però si aggiungono all'”accanimento con cui da più parti si sta sparando a zero contro la soluzione” da loro trovata. I sindacalisti hanno anche definito le “polemiche pretestuose e inesatte: proprio nel momento in cui quell’accordo sta producendo i suoi effetti, con l’avvenuto pagamento degli scatti nelle buste paga di gennaio; proprio nel momento in cui si rende evidente che il primo dei tre anni di blocco è stato recuperato (così come dovrà avvenire per gli anni successivi, secondo quanto prevede il decreto interministeriale da poco firmato in attuazione delle intese), si registra la sua uscita intempestiva e inesatta”. Ce ne è anche per i sindacati che si sono detti scettici del buon esito della vertenza sugli scatti di anzianità: “nel decreto l’art. 4 finalizza le risorse per riconoscere l’anzianità di servizio e il relativo scatto anche per gli anni successivi. L’erogazione e il riconoscimento giuridico avverranno anno per anno, previa certificazione delle risorse, così come avvenuto per l’anno 2010”. L’intesa, dunque, “nonostante i suoi detrattori, le cui critiche non di rado tendono a configurarsi come incauti `suggerimenti al nemico’, fin qui ha funzionato. Chi l’ha sottoscritta, ha le carte in regola, e certamente qualche ragione in più degli altri, per rivendicarne anche in seguito una puntuale e rigorosa attuazione. Speriamo – hanno concluso – che chi la contesta si limiti a criticarla e non si metta a remare contro”. Anche perchè a rimetterci sarebbero prima di tutto i lavoratori.
In chiusura di giornata la replica dei sindacati promotori dell’accordo estivo. Con una nota congiunta i segretari generali di Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals-Confsal – Francesco Scrima, Massimo Di Menna e Marco Paolo Nigi – si sono detti sorpresi per le parole di Puglisi, che però si aggiungono all'”accanimento con cui da più parti si sta sparando a zero contro la soluzione” da loro trovata. I sindacalisti hanno anche definito le “polemiche pretestuose e inesatte: proprio nel momento in cui quell’accordo sta producendo i suoi effetti, con l’avvenuto pagamento degli scatti nelle buste paga di gennaio; proprio nel momento in cui si rende evidente che il primo dei tre anni di blocco è stato recuperato (così come dovrà avvenire per gli anni successivi, secondo quanto prevede il decreto interministeriale da poco firmato in attuazione delle intese), si registra la sua uscita intempestiva e inesatta”. Ce ne è anche per i sindacati che si sono detti scettici del buon esito della vertenza sugli scatti di anzianità: “nel decreto l’art. 4 finalizza le risorse per riconoscere l’anzianità di servizio e il relativo scatto anche per gli anni successivi. L’erogazione e il riconoscimento giuridico avverranno anno per anno, previa certificazione delle risorse, così come avvenuto per l’anno 2010”. L’intesa, dunque, “nonostante i suoi detrattori, le cui critiche non di rado tendono a configurarsi come incauti `suggerimenti al nemico’, fin qui ha funzionato. Chi l’ha sottoscritta, ha le carte in regola, e certamente qualche ragione in più degli altri, per rivendicarne anche in seguito una puntuale e rigorosa attuazione. Speriamo – hanno concluso – che chi la contesta si limiti a criticarla e non si metta a remare contro”. Anche perchè a rimetterci sarebbero prima di tutto i lavoratori.