Il Ministero dell’Istruzione sul fronte degli scatti d’anzianità ai precari riceve un’altra batosta giudiziaria. Stavolta è la Corte d’Appello di L’Aquila a mettere all’angolo il Miur.
L’Ordinanza emanata dalla Corte d’Appello di L’Aquila, repinge infatti l’appello proposto dal Miur contro la rivendicazione degli scatti di anzianità dai docenti assunti a tempo determinato.
Quello che ha chiarito la Corte, è che bisogna riconoscere l’anzianità di servizio maturata al personale del comparto scuola assunto con contratti a termine, ai fini della attribuzione della medesima progressione stipendiale prevista per i dipendenti a tempo indeterminato dai contratti di lavoro successivi, sicché vanno disapplicate le disposizioni dei richiamati contratti che, prescindendo dall’anzianità maturata, commisurano in ogni caso la retribuzione degli assunti a tempo determinato al trattamento economico iniziale previsto per i dipendenti a tempo indeterminato.
In realtà la sentenza della Corte d’Appello di L’Aquila, ricalca quella recente della Corte di Cassazione, che con l’ordinanza n. 8945/17 aveva respinto l’ennesimo ricorso del Miur, ribadendo che la questione era già stata affrontata e risolta a favore dei lavoratori con le sentenze dello scorso anno.
Non si comprendono bene le motivazioni dell’opposizione del Miur, dato che, nel settore scolastico, esiste la clausola 4 dell’Accordo quadro sul rapporto a tempo determinato allegato alla Direttiva n. 1999/70/CE, che impone esplicitamente di riconoscere l’anzianità di servizio anche ai precari.
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