Scatti di anzianità dei docenti? Colleghi, serve una colletta per Saccomanni
Non vorrei che fosse l’ennesimo pasticcio. Abbiamo protestato, noi docenti, mettendo on line una petizione che ha avuto le firme di tutti noi, per una questione di diritti dei lavoratori. Adesso dobbiamo vedere messo a repentaglio ancora una volta il diritto a un’istruzione di qualità dei nostri allievi?
Bene per il governo che abbia rimediato alla restituzione degli scatti d’anzianità di noi docenti, ma non vorrei che a pagarmi questa elemosina fosse la mia scuola togliendo fondi ai ragazzi. Lo dico da docente e lo dico da componente della Direzione Nazionale del PD. Leggo infatti che forse verranno pagati con una decurtazione dei fondi di funzionamento e di miglioramento dell’offerta didattica. Questo significa metterci non solo contro le famiglie o gli alunni, ma contro noi stessi.
Ci arriveranno quelle 30 euro, in più, di questo si parla, e non a tutti, solo quelli che hanno maturato gli scatti lavorando, e dovremo sentirci in colpa perché nelle nostre scuole non avremo come pagare bollette, supplenze e attività per i nostri alunni. E alla fine ci toccherà fare quello che già facciamo: pagare comunque noi. Siamo davvero su scherzi a parte? Gli scatti dei docenti non possono essere pagati con i fondi destinati ai nostri ragazzi. Specie quando il 60% delle famiglie vive un momento di difficoltà e noi docenti ci ritroviamo a far fronte ad emergenze continue, a fare la colletta per libri e quaderni e le attività scolastiche sono ridotte all’essenziale. E’ umiliante questa contrattazione continua al ribasso su cose essenziali in uno Stato che a chi non ha o ha poco toglie, la scuola, i docenti, gli infermieri, i carabinieri e a chi ha troppo aggiunge. E’ umiliante per lo Stato ed è umiliante per il Partito Democratico permetterlo.
Adesso ci toccherà fare una Petizione per una colletta a Saccomanni? Ha bisogno dei miei 30 euro da docente o di toglierli ai ragazzi per salvare la Patria? Mi impegno ad andarglieli a restituire direttamente a mano in quel caso. A Churchil venne chiesto di tagliare l’arte e la cultura per affrontare la guerra e lui rispose: e per che cosa dovremmo combattere allora? Noi che guerra dobbiamo combattere? Una guerra con la Scuola o una guerra contro la Scuola?