Sul problema degli scatti stipendiali si consuma l’ennesimo scontro fra Cgil e Cisl.
Il sindacato di Mimmo Pantaleo annuncia di volerlo affrontare nelle aule dei tribunali e subito la Cisl-Scuola risponde: “Quella degli scatti di anzianità è una questione squisitamente politica e a quel livello va affrontata e risolta. Ha poco senso, e può essere addirittura rischioso, trasferirla sul piano giuridico, con la solita corsa ai ricorsi. Serve una forte azione sindacale”.
La Uil-Scuola, per parte sua, non ha dubbi e afferma che “la questione è stata risolta con la legge 122 del 2010 che destina al pagamento degli scatti di anzianità, per il triennio di blocco contrattuale, le risorse derivanti dal 30% dei risparmi previsti dal decreto legge n. 133, previa certificazione dei risparmi. Lo scorso anno gli scatti sono stati regolarmente pagati”.
In realtà la questione non è così semplice come può sembrare in quanto il comma 14 dell’articolo 8 della legge 122/2010 dice semplicemente che “le risorse di cui all’articolo 64, comma 9, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sono comunque destinate al settore scolastico”.
Lo stesso comma 14 precisa anche che “alle stesse finalità possono essere destinate risorse da individuare in esito ad una specifica sessione negoziale concernente interventi in materia contrattuale per il personale della scuola, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato e nel rispetto degli obiettivi programmati dei saldi di finanza pubblica”.
La destinazione di tali risorse – aggiunge ancora la legge – è stabilita con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell’istruzione di concerto con il Ministro dell’economia, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
Se poi si va a leggere la relazione tecnica allegata si scopre “la norma, stante il blocco della tornata contrattuale relativa al triennio 2010-2012, destina le economie di cui all’art. 64, comma 9, della legge 6 agosto 2008, n. 133, al ripianamento dei debiti pregressi delle istituzioni scolastiche ovvero al finanziamento delle spese per supplenze brevi e di funzionamento”.
In altre parole: secondo la legge 122 del 2010 non è detto che tutta la quota del 30% dei risparmi derivanti dalla applicazione della legge 133/08 possa o debba essere destinata a garantire gli scatti stipendiali.
In realtà nel novembre 2010 venne approvato il primo decreto interministeriale applicativo della legge e con esso venivano destinati 320milioni di euro agli scatti di anzianità e 31 ad iniziative di sostegno alla valorizzazione del merito (con questa somma è stato finanziato per esempio il progetto “Valorizza” del 2010/2011).
Adesso, a più di un anno e mezzo di distanza i sindacati si aspettano l’emanazione di un nuovo decreto che dia via libera al riconoscimento degli scatti maturati nel 2011.
Il fatto è che nel frattempo il Ministero ha dovuto far fronte ad un aumento non previsto di organici (i posti di sostegno attivati in deroga, in applicazione alla sentenza della Corte Costituzionale del 2010).
Ed è forse anche per questo motivo che il ministro Profumo sta aspettando a firmare il decreto, anche perché ormai i capitoli di spesa da tagliare sono sempre di meno.
Fino allo scorso anno, per esempio, il Miur ha potuto attingere al modesto fondo della legge 440 che quasi certamente è servito almeno in parte a coprire i mancati risparmi previsti dalla legge 133; ma a questo punto le spese del Ministero dell’istruzione non sono ulteriormente comprimibili. E’ possibile, insomma, che almeno una parte dei risparmi derivanti dai “tagli” previsti dall’art. 64 della legge 133 debbano essere usati per fare fronte alle emergenze del Ministero.
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