Se le indiscrezioni sulla nuova composizione della legge di bilancio per il 2015 dovessero essere corrette, le polemiche non mancheranno. Soprattutto nell’ambiente scolastico. Al miliardo destinato alla stabilizzazione di 148.100 docenti precari e a quello per la “Buona Scuola”, fa da contraltare la sottrazione al comparto dell’Istruzione di ben 800 milioni (sui 3 miliardi di risparmi attesi dalla manovra). Ma la notizia delle ultime ore è quella dell’intenzione del Governo di sbloccare gli scatti per le forze dell’ordine: via libera, infatti, a 900 milioni di euro.
Nella lista della voce spese c’è pure il rinnovo dell’ecobonus e del bonus ristrutturazioni (un altro miliardo). E ci sono anche i 3 miliardi che servono a ‘sterilizzare’ il taglio lineare delle detrazioni fiscali, eredità del governo Letta, e 5-6 miliardi per le spese indifferibili.
Nella testa del personale scolastico, è inevitabile, rimane però stampato lo stanziamento a favore delle forze dell’ordine. Perché ancora una volta importanti fondi, anche in un momento di estrema difficoltà economica nazionale, vengono dirottati a favore del comparto della difesa. Eppure in estate lo stesso premier Renzi aveva detto, senza mezzi termini, che avrebbe visto di buon occhio qualche cacciabombardiere F35 in meno per vedere quei soldi convogliati su Scuola e Ricerca (provvedimento però poi respinto a Montecitorio).
Stavolta, sempre se le anticipazioni dovessero essere confermate (per saperlo dovremo aspettare solo pochi giorni, vista l’esigenza di Renzi di presentare entro breve la manovra all’Ue), il presidente del Consiglio ed il suo entourage dovranno dare più di qualche spiegazione. Nella scuola gli scatti di anzianità sono bloccati da ormai quattro anni. E per recuperarli, peraltro con estrema fatica e ritardo, sono stati prelevati ingenti somme dallo stesso comparto, con il Mof ormai più che dimezzato. Per recuperare quelli del 2013, inoltre, proprio in queste ore la Gilda ha deciso di avviare un ricorso collettivo. E la prospettiva, anche contenuta nelle linee guida della ‘Buona Scuola’, è quella di farvi accedere solo il 66% del personale (quello più meritevole in ogni istituto con un aumento mensile di 60 euro) ogni tre anni.
Sapere che la “regola” vale per tutti potrebbe servire a digerire meglio la decisione. Se invece, come sembra, per un altro Ministero i soldi per gli scatti in busta paga vengono assegnati, il discorso cambia. E nemmeno poco.
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