Scatti, rimane il “buco” del 2013: non sarà valido
Quella trovata il 17 gennaio sugli scatti del personale della scuola dal Consiglio dei ministri è solo una soluzione parziale problema: rimane in vita, infatti, il problema del mancato riconoscimento del 2013. A ricordarlo, facendo il punto dell’intricata situazione, è il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna. Il sindacalista sintetizza quanto accaduto sulla vicenda come un vero e proprio “balletto degli anni degli scatti”. Sostenendo che quello approvato dal Consiglio dei Ministri è una “soluzione alla questione del riconoscimento delle anzianità del personale della scuola raggiunta attraverso un fitto percorso contabile che talvolta differenzia, talvolta pospone di anno in anno il riconoscimento degli scatti”.
E poi riassume la situazione: “abbiamo: 2012, anno che sarà valido solo se si chiude la trattativa all’Aran (è il terzo del triennio di blocco 2010-2011-2012. In analogia con quanto già fatto per la validità del 2011, occorre una trattativa per pagare gli scatti maturati); 2013, non è valido, resta infatti in piedi il provvedimento di blocco previsto dal governo; 2014, è valido grazie al provvedimento emanato oggi da Palazzo Chigi sia come anzianità che come aumento di stipendio conseguente al riconoscimento delle anzianità degli anni precedenti”.
Di Menna, quindi, sottolinea che viene sì, in effetti, “ripristinata la progressione economica per anzianità prevista dal contratto vigente, ma” contemporaneamente “viene per tutti rallentata per il mancato riconoscimento del 2013”. Ed individua nel “blocco del contratto, oltre agli errori commessi dai ministri e dai ministeri, alla base del pasticcio a cui oggi il decreto ha posto rimedio”.
Per questi motivi, il leader della Uil Scuola, chiede di passare ora a “dare maggiori certezze su tutti gli aspetti retributivi del personale, cosa che si può fare solo per via contrattuale. A tal fine – conclude – rimane urgente un incontro con il ministro su tutte le questioni che attengono al rapporto di lavoro e al riconoscimento professionale, comprese quelle riguardanti la seconda posizione economica Ata e del fondo per i dirigenti scolastici”.