Care lettrici, cari lettori,
Il nuovo Ministero dell’Istruzione e del Merito da poco insediato subito propose il tanto atteso rinnovo del contratto docenti (triennio 19/21) con tanto di aumenti stipendiali e udite udite, con gli arretrati! Il Ministro gonfiò il petto di orgoglio perché finalmente un Governo si occupava di noi poveri derelitti alla deriva: in effetti a dicembre sono arrivati nelle buste paga in media un migliaio di €, sempre meglio di niente, ma attenzione, per un contratto scaduto da tempo.
Ma veniamo agli scatti stipendiali per cui sempre a dicembre si parlava in media di 70/80 € mensili: sempre una miseria ovviamente, ma qualcuno/a li ha visti?
Ormai a giugno 2023 di questi aumenti nemmeno l’ombra e anzi, non pochi docenti, confrontando gli statini paga con quelli del 2022, hanno notato perfino delle decurtazioni!
Il Ministro in una delle sue ultime dichiarazioni pubbliche ha ribadito l’importanza di pagare meglio i docenti italiani che fanno tanto lavoro non riconosciuto e tra mille difficoltà, rischiando aggressioni, ingiurie, contumelie ben assortite. È ovvio che “sentire” un Ministro davvero dalla nostra parte può solo far piacere ma ovviamente attendiamo fiduciosi che il tutto si traduca in fattività.
Di pochi giorni fa la notizia di uno sblocco di fondi che consentirebbero aumenti a dir poco miseri se pensiamo alla media europea. Se fosse tutto confermato sarebbe un primo passo verso quell’attenzione che ricerchiamo da sempre ma comunque una mezza delusione per i lavoratori della scuola.
Si spera nell’immediato futuro, in tal senso sarebbe stato programmato un incontro con l’Aran. Intanto nelle scuole si fanno corsi di formazione sulla multimedialità, sull’innovazione della didattica fondata sulle nuove tecnologie ma in aule spesso nemmeno ritinteggiate perché i comuni non hanno fondi sufficienti.
La dignità professionale è ancora una chimera per i tanto bistrattati docenti e, come detto, all’orizzonte purtroppo non si vede ancora nulla di realmente concreto. Il tutto in uno scenario europeo davvero fragile, con i cugini francesi che protestano per tutto mentre a noi sembra andar bene tutto…
Dunque la speranza è che l’attuale esecutivo abbia davvero voglia di porre la Scuola al centro del Villaggio ma anche che i docenti italiani finalmente prendano consapevolezza della realtà e escano dal torpore e dall’accettazione passiva del nulla che ci viene proposto ormai da molto tempo. Magari con l’appoggio fattivo dei sindacati e, se dovessero esserci i presupposti, con nuove forme di protesta, ovviamente civili, che non siano solo inutili scioperi che tolgono ai professori altri soldi dai loro già poveri stipendi.
Dino Bocchetti
Gli aumenti previsti dal rinnovo contrattuale sono stati regolarmente corrisposti in busta paga, è sufficiente leggere il valore tabellare delle voci stipendio e RPD. Purtroppo in alcune occasioni è capitato che le addizionali Irpef regionali o comunali abbiano subito un aumento e questo di fatto ha reso “nulli”, in taluni casi, gli scatti stipendiali.
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