Questo non è certo un periodo d’oro per il nostro ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, travolta dall’evidente insuccesso elettorale delle europee. D’altronde il responsabile del Miur, a queste elezioni europee ci aveva messo la faccia, candidandosi in prima persona, forte del suo ruolo nevralgico da Ministro della Repubblica di un ministero fondamentale per il rilancio dell’Italia. I risultati sono stati più che deludenti, tanto da fare registrare un catastrofico 0,7% al movimento di Scelta Civica e poco più di tremila preferenze per la povera Giannini.
Per meglio comprendere la brutta figura politica fatta dal ministro Giannini in queste elezioni, basta pensare che una sconosciuta ricercatrice universitaria della lista Tsipras , precaria per di più, ha ottenuto la bellezza di 23mila preferenze.
Un tonfo, quello subito dal partito guidato dall’on. Stefania Giannini, di non poco conto e che sta avendo le sue ovvie conseguenze. Scelta Civica, in poco più di un anno è passato dai 3 milioni di voti dell’era Monti ai 197mila dell’ era Giannini. Un tracollo che sta producendo una fuga dei big del partito. Si parla di Pietro Ichino, Andrea Romano, Linda Lanzillotta e lo stesso Monti interessati a sposare la causa di Renzi, mentre altri componenti di Scelta Civica guardano con interesse all’opportunità di confluire tra le fila del Nuovo Centro Destra. Mentre Stefania Giannini conferma le sue dimissioni da segretario di Scelta Civica, il partito versa nel caos più assoluto e sembra destinato alla liquefazione. Quindi viene da chiedersi: “Ma se Scelta Civica è nel caos, il Miur come sta?”. Non vorremmo fare le cassandre di turno ma a noi pare che neppure il Miur goda in questo momento di buona salute.
A Viale Trastevere i problemi sono tanti e necessitano di un timoniere forte politicamente, capace di restituire fiducia ai dirigenti scolastici, agli insegnanti e al personale tutto. Quel che è certo, è il fatto che il ministro Giannini sta vivendo un periodo politico sottotono e sfortunato. Attendiamo quindi di capire quali saranno le prossime mosse del responsabile del Miur, che dovrà decidere su temi che coinvolgono la vita di milioni di persone. Vengono in mente delle domande da fare al ministro, che esigono una risposta immediata e chiara. Il ministro Giannini vuole abolire oppure no i test di accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso? Vuole abolire oppure no gli scatti di anzianità degli insegnanti? Vuole ridurre oppure no di un anno i licei? Vuole rinnovare oppure no il contratto della scuola? L’unica certezza è che gli elettori hanno abolito il ministro Giannini, che speriamo trovi la forza di uscire dal caos in cui versa il suo partito e forse anche il Miur.