Inspiegabile incoscienza, abilitare come maestri alla primaria i laureati in Scienze motorie, (laurea breve, tre anni) per insegnare educazione motoria, a scapito dei laureati in Scienze della formazione primaria (laurea magistrale 5 anni) che oltretutto pur essendo abilitati all’insegnamento di educazione motoria e sportiva, nemmeno potranno partecipare al concorso.
Veramente grottesco, scavalcare la laurea in Scienze della formazione primaria che nel dettaglio imposta il suo selettivo percorso di studio con numerosi esami sulla didattica, sulla metodologia, sulla psicologia, sulla pedagogia, non tralasciando esami sulla neuro psichiatria infantile e psicopatologia dello sviluppo e pure sulla metodologia e didattica dell’educazione motoria sportiva.
Un laureato con la triennale in Scienze motorie, si troverebbe abilitato all’insegnamento, senza aver seguito un percorso adeguato che risponda alle esigenze dell’insegnamento nei riguardi dei bambini.
Depauperando di fatto un percorso di studio come quello dei laureati in scienze della formazione primaria, che è stato creato ad hoc per insegnare nella fascia di età 3 – 11 anni, ricordiamo ai politici che stanno sovvertendo i principi educativi indiscussi dell’interdisciplinarità, essenziali in quella fascia di età.
Educazione motoria, non può essere vista fine a se stessa, e togliere la titolarità ai maestri laureati in scienze della formazione primaria che sono anche abilitati all’insegnamento di tale materia, avendo sostenuto esame universitario, impedendogli pure di poter fare i concorsi, sarebbe un clamoroso autogoal e passo indietro verso i principi cardine dell’insegnamento.
Alberto Roattino
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