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Scena muta alla maturità, Giuliani: “Questo modo di valutare premia gli scaltri e non gli emotivi, anche se bravi. E il merito?”

Il direttore della Tecnica della Scuola Alessandro Giuliani ha rilasciato alcune dichiarazioni Vvox in merito al caso delle studentesse di un liceo di Venezia che hanno deciso di fare scena muta all’orale di maturità per protestare contro un voto basso da loro conseguito alla seconda prova scritta, quella di greco.

Ricordiamo che sono nella vicenda sono intervenuti gli ispettori chiamati dal ministero. Ecco il loro responso: “Niente di irregolare nelle procedure e soprattutto niente dissapori pregressi tra docenti che avrebbero influenzato la votazione. Tant’è che la maturità è arrivata a conclusione senza intoppi”.

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“Questo atto si basa sui moderni mezzi di comunicazione. Dieci-quindici anni fa non avremmo potuto vivere questa situazione. Le ragazze si sono presentate all’orale con un buon punteggio di partenza. Cosa rivendicano? Il fatto che lo studio che ha portato loro ad avere la media del nove in un liceo classico, si tratta quindi di ragazze davvero preparate in una scuola non tollerante come può essere magari un istituto tecnico. Queste ragazze si sono arrabbiate perché il loro merito non è stato considerato minimamente nella valutazione delle prove della maturità”, ha esordito Giuliani, raccontando il fatto.

Ma come funziona la valutazione alla maturità? “Il voto finale non viene affidato esclusivamente al docente della disciplina, ma è collegiale. Il voto si assegna sulla base di alcune griglie di valutazione, che devono essere analitiche e cogliere tutti i vari elementi. Le ragazze hanno contestato l’eccessiva severità. Ritengono che ci si è fermati al nozionismo e non alla sostanza, ma soprattutto contestano il fatto che non si è considerato il percorso pregresso. Magari hanno avuto una defaillance e si sono ritrovate con un voto basso. La loro scena muta è stata valutata quattro punti, hanno spiegato con un documento le motivazioni della loro forma di protesta e la commissione ha dato loro il minimo”.

La colpa è stata dei docenti?

“A difesa del docente, la valutazione deve essere asettica, non collegata al trascorso del ragazzo. Ma essendo collegiale è importante il ruolo dei membri interni della commissione. Questi ultimi, in qualche modo, quasi sempre combattono e difendono i ragazzi per salvaguardare l’esito finale”, ha aggiunto il direttore della Tecnica della Scuola.

Cosa possono fare le ragazze? “Le ragazze possono richiedere accesso agli atti e fare ricorso, accedere alle griglie di valutazione, i verbali e copia delle prove con le correzioni apposte dai commissari. Il legale eventualmente valuterà non il contenuto tecnico del compito, ma l’iter procedurale, l’attinenza con le griglie, la presenza di eventuali vizi formali”.

“Il trascorso doveva influire nella valutazione”

Ed ecco un discorso più ampio sul metodo di valutazione a scuola: “Si possono fare con valutazioni classiche o moderne, come nel caso di classi sul modello finlandese. Alla maturità non si può ovviamente coinvolgere gli studenti nella valutazione, ma i ragazzi dovevano essere più rappresentati dai membri interni. Il trascorso doveva influire nella valutazione. In ogni caso, la maggioranza dei commissari non si sentono di forzare le regole imposte dal Ministero. La modalità di valutazione odierna delle prove della maturità premia soprattutto coloro che ‘hanno la faccia tosta’ e hanno più scaltrezza. Un ragazzo emotivo, che può avere delle defaillances, anche se bravissimo, con questa modalità può essere penalizzato. Chi durante il triennio va male poi magari va bene alla maturità. Ma questo è il merito?”.

“Non è una cosa nuova, anche nel passato la maturità veniva funestata da questo tipo di valutazioni. Oggi la pressione pubblica e dei genitori può portare a queste proteste un po’ sceniche. Non tutti i diciottenni hanno gli attributi da porre in atto come queste ragazze, non è da tutti”, ha concluso Giuliani.

Redazione

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