Si parla ancora della scena muta che tre studentesse di un liceo di Venezia hanno fatto alla prova orale degli esami di Stato in segno di protesta contro i voti assegnati alla seconda prova scritta di greco.
A intervenire, dopo giorni di silenzio, è stata anche la dirigente scolastica che in un’intervista al Corriere della Sera ha rilasciato alcune dichiarazioni in difesa delle studentesse.
In particolare, la dirigente ha commentato: “La loro scelta va rispettata, sono giovani che hanno voluto esprimere così la loro protesta per una forma di disarmonia. Ho il massimo rispetto per il lavoro della commissione d’esame, nonostante le numerose insufficienze. Non spetta a me giudicare i commissari, sono docenti di grande esperienza. Non c’è motivo di pensare che ci siano stati errori grossolani di valutazione. La vicenda seguirà il suo corso con un accesso agli atti ed eventuali procedure che potranno seguire ma non c’è motivo di pensarla in termini di ripicche e azioni personalistiche senza fondamento. Il valore che è trapelato di queste ragazze va ben oltre a una manciata di punti che possiamo attribuire a una prova, restano studentesse brillanti”.
Le autrici della protesta alla prova orale di maturità, dopo avere appreso l’esito degli esami scritti hanno immediatamente presentato richiesta di accesso agli atti per visionare le prove svolte. Successivamente, una volta valutati gli errori presenti nella prova e la pertinenza degli stessi con la scala di valutazione adottata dalla Commissione, decideranno se percorrere anche la strada di un ricorso al Tar.
Il ministro Valditara ha fatto sapere, durante il G7 di Trieste, di aver dato mandato alle strutture del dicastero di verificare se vi sono stati “errori o abusi da parte dei commissari”. Per questo il direttore dell’ufficio scolastico regionale ha già avviato le verifiche del caso, incaricando degli ispettori di andare a verificare nel liceo classico veneziano come siano andate effettivamente le cose.
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