Ieri abbiamo riportato le parole del giornalista Mario Giordano rivolte al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara relative al caso delle studentesse che hanno fatto scena muta alla prova orale della maturità per protesta contro voti da loro considerati “umilianti” a loro assegnati nelle prove scritte.
Giordano ha attaccato la scelta del ministro di inviare gli ispettori nel liceo classico veneziano in questione non per “punire” le ragazze, ma per controllare l’operato dei docenti della commissione. Il numero uno del dicastero di Viale Trastevere ha replicato alle durissime parole di Giordano con una lettera pubblicata su La Verità.
Eccone il contenuto: “Non è vero che le studentesse non sono state ‘sanzionate’ per il loro comportamento agli orali, visto che sono state promosse con voti molto bassi rispetto al loro eccellente curriculum. La informo inoltre che il ministro non ha il potere di modificare le decisioni della commissione d’esame, che è autonoma nei suoi giudizi. Ma entriamo nella questione che lei pone. Le candidate hanno denunciato un atteggiamento discriminatorio ai danni degli studenti della loro classe da parte di un commissario esterno in merito alla seconda prova scritta per una presunta rivalsa verso un collega interno della stessa commissione. Il ministero ha invece qui la possibilità di fare chiarezza nell’interesse della serietà della scuola. Ed è quello che io ho inteso fare. Perché, se quelle insufficienze erano meritate, le accuse delle ragazze saranno pubblicamente sconfessate e chi si ritenesse offeso potrà tutelare la correttezza del suo agire”.
“Se invece ci sono stati abusi, gli abusi non possono essere consentiti, perché la nostra è una scuola democratica dove il rispetto delle regole deve valere per gli studenti come per gli insegnanti e il futuro di un giovane non deve essere pregiudicato da beghe personali, quali quelle, stando ai racconti di cronaca, denunciate dalle ragazze. L’ispezione in corso servirà ad accertare il tutto. Quanto alla coerenza, le ricordo che ho valorizzato il voto di condotta nel percorso scolastico, ho trasformato le sospensioni prevedendo più scuola per chi è sanzionato e rendendo obbligatorie attività di cittadinanza solidale per i casi più gravi; ho introdotto altresì una multa da 500 a 10.000 euro a carico di chi aggredisce il personale della scuola. Decisioni per le quali non è mancato chi mi ha definito ‘fascista'”.
“Veniamo alla storia della insegnante sarda. Ancora una volta sono costretto a smentirla: io non ho i poteri per far punire alcun insegnante. Dunque non è corretto affermare che io ‘ho fatto punire’ quella insegnante. Ho piuttosto disposto la verifica da parte degli ispettori ministeriali circa la correttezza della procedura seguita per verificare eventuali violazioni di norme procedimentali. Non avendo poteri di modificare le sanzioni irrogate, mi sono limitato a rendere noto che esisteva anche una versione ufficiale che non collimava con la versione data dalla maestra, invitandola a percorrere l’unica strada giuridicamente corretta qualora si fosse ritenuta lesa nei suoi diritti: il ricorso al giudice del lavoro”.
“Quanto a Paola Concia, che ha più volte espresso critiche all’estremismo della teoria gender e all’utero in affitto, non ho mai pensato di affidare a lei o a chicchessia corsi di affettività nelle scuole. Nel documento elaborato dal ministero, e a suo tempo reso noto, si prevede che i corsi riguardino esclusivamente l’educazione al rispetto verso le donne, e che consistano in dibattiti fra i giovani sul modello del peer tutoring, sotto la moderazione dei docenti, con l’intervento delle associazioni delle famiglie che contribuiscono a definirne contenuti e modalità di svolgimento. Si tratta inoltre di corsi extracurricolari e facoltativi. Paola Concia, come suor Monia e Paola Zerman, due esponenti del mondo cattolico, sarebbero state esclusivamente le garanti di una operazione pensata per diffondere la cultura del rispetto nelle nostre scuole”.
La questione relativa alle studentesse protagoniste della scena muta all’orale è stata approfondita, sempre da Valditara, anche in un’intervista a Il Messaggero: “Non abbiamo ancora riscontri, ma gli ispettori stanno valutando gli elaborati, per capire se le correzioni sono coerenti con la valutazione data. Le ragazze hanno parlato di possibili discriminazioni, di ripicche fra qualche commissario. È giusto verificare e capire cosa è successo per garantire la serietà della scuola”.
Ma si può arrivare ad una revisione del giudizio? Ecco la risposta di Valditara: “Questo non è nei poteri del Ministero”, ha chiosato.
Arrivata la controrisposta di Giordano: “Nessun livore, caro ministro. Solo fatti che lei non smentisce ma cerca di interpretare in modo diverso dal mio. Spetterà ai lettori giudicare se la promozione di chi fa scena muta risponde all’idea di scuola basata sul merito che lei dice di sostenere, così come hanno saputo giudicare su Paola Concia e sull’Ave Maria a scuola”.
Cristian Raimo, scrittore e docente, ha deciso di presentare ricorso contro il provvedimento disciplinare che…
In vista dell’avvio delle iscrizioni all’a.s. 2025/2026, previste dall’8 al 31 gennaio 2025, il Ministero…
Sta facendo discutere la partecipazione di Perla Maria, la figlia di Maria Monsè, al Grande…
Il 15 novembre scorso è scaduto il termine per la presentazione delle domande per chiedere…
Dal 1° settembre di ogni anno è possibile presentare domanda di ricostruzione di carriera. È…
Il 30 dicembre 2024 è la prima scadenza, fissata dalla nota 47341 del 25 novembre…