Dopo aver capitalizzato i voti di moltissimi insegnanti in occasione delle scorse politiche, l’attuale maggioranza di governo ha evidentemente deciso di buttarli dalla finestra, o nelle mani della Sinistra (il che peraltro è lo stesso). Non bastava l’Esame di Stato cambiato in corsa, costringendo a modificare da un momento all’altro programmazione e preparazione: ecco che si diffonde notizia di un DdL sedicentemente inteso alla “concretezza delle azioni della pubblica amministrazione e la prevenzione dell’assenteismo” il quale prevede per l’appunto la registrazione dei dati biometrici ai fini del controllo dei tempi di lavoro.
Evidentemente se per i cittadini in genere vale quella che si chiama “presunzione di innocenza”, per quella particolare categoria costituita dagli insegnanti vale la “presunzione di colpevolezza”, dalla quale volta per volta toccherà emendarsi. A tale scopo ci si prepara al controllo a mezzo di telecamera in classe, controllo dal quale sortirà una profluvie di problematiche giudiziarie tale da intasare i tribunali della Penisola e che comunque costituirà un unicum nel mondo del lavoro, dove tale forma di accertamento non è ammessa. La schedatura biometrica accentuerà nei docenti la sensazione di “figliolanza di un dio minore”, con le ricadute che si possono immaginare quanto all’appetibilità della professione, alla motivazione dei professionisti, e infine alla qualità del lavoro.
E pensare che se c’è un comparto in cui non si dice l’assenza, ma un semplice breve ritardo è immediatamente percepito, e non si può barare, è proprio quello della scuola. Ci pensano infatti gli stessi alunni, con la tripudiante baraonda e lo sciamare fuori dell’aula, a segnalare la mancanza del docente, ed il bidello impiega un attimo ad avvertire gi uffici.
Ciò detto, è interessante osservare la reazione dei DS, i quali pure sembrano essere coinvolti dal provvedimento. L’Associazione Nazionale Presidi grida alti lai, ma solo per la parte che riguarda i dirigenti. Non una parola, un fiato, un fremito di ciglia, per la massa dannata che va in trincea, pardon in classe. Il provvedimento, scandisce l’ANP, è “una decisione concettualmente sbagliata nonché offensiva”.
Offensiva, si capisce, ma solo se tocca le Loro Maestà.
Alfonso Indelicato