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Schettini: “Arriverà il disgusto per i cellulari. In futuro tutti influencer? No, si tornerà all’artigianato”

Il docente di fisica Vincenzo Schettini, volto del progetto editoriale La Fisica Che Ci Piace, ha pubblicato un video sul suo profilo Instagram in cui ha illustrato il suo pensiero in merito al futuro, partendo da un presente intriso di influencer e digitale.

“Fateli sbagliare”

Ecco una sua previsione: “Arriverà il momento, ricordatevelo, del disgusto per gli smartphone. Arriverà, non so quando ma arriverà. Quando inizieranno a disgustarlo molti giovani si troveranno con un pugno di mosche. Questi giovani saranno coloro che governeranno il nostro Paese”.

“Una volta non c’era niente, ecco perché sono nate le figure degli artisti e degli artigiani. Uno si chiudeva nella sua gabbia e faceva. Fateli fare, fateli sbagliare, fate loro sbattere la testa al muro. Dite loro di prendere una direzione. All’artigianato si tornerà, quando i giovani avranno capito che non tutti diventano influencer. Lo stanno capendo”, ha concluso il docente.

“Nativi digitali? Bluff”

Il docente ha già parlato in passato di tecnologie: “Il cellulare oggi ci distrae, ci impedisce di pensare. Siamo figli della rete, io per primo, e dobbiamo dire grazie. Però mi rendo conto che utilizziamo molto meno la parte creativa. Gli antichi Greci immaginavano, costruivano. Io sono stato fortunato, ho studiato in un periodo in cui non c’era il cellulare”.

“Dico ai ragazzi, non cadete nel tranello di diventare pigri. Certo che è facile far fare i compiti all’IA. Una mamma mi ha detto che suo figlio ha chiesto a ChatGpt di fargli i compiti facendo gli errori che farebbe un 14enne. Almeno i bigliettini che si usavano una volta te li scrivevi. Io ho una paura pazzesca per i ragazzi: dal 2007 al 2024, in questi anni di insegnamento, ho visto il quoziente intellettivo dei ragazzi crollare”, questo l’appello ai ragazzi.

“Soglia dell’attenzione? Bassissima. Mi dispiace, si delega alla macchina. Mi dispiace non per la scuola ma per il futuro. Se l’obiettivo sono i soldi, non è qualcosa di cui vergognarsi. Ma bisogna essere smart. A me preoccupa essere un 12enne in questo mondo. Sono fortunato ad averne 47”, ha aggiunto.

“Nativi digitali? Dire questa cosa è un bluff. Usarli per migliorarsi? Fantastico. Ma chi lo fa? Uno su cento, a quell’età. Io mi preoccupo per gli altri 99. Telefoni negli armadietti? Si portano l’altro telefono. Oggi abbiamo sempre meno ragazzi impegnati nell’artigianato. Non c’è più la voglia di sporcarsi le mani”, questo il suo pensiero in merito, anche, alle iniziative di alcune scuole che vietano i cellulari.

“Io spiego appassionatamente le cose ma c’è gente molto più preparata di me. La passione che mi lega a quello che so mi porta a capire che bisogna capire le cose in profondità. Ragazzi, siate newtoniani nella vita e quantistici nella fantasia”, ha concluso.

Redazione

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