Home Attualità Schiaffi, tirate di capelli, percosse e insulti in classe, maestre condannate al...

Schiaffi, tirate di capelli, percosse e insulti in classe, maestre condannate al carcere. La difesa: “I bimbi erano molto vivaci”

CONDIVIDI

La sentenza è arrivata: le due maestre di un asilo di Latina accusate di aver insultato e usato violenza nei confronti dei bimbi a loro affidati sono state condannate al carcere, una a due anni per maltrattamenti e l’altra a tre mesi per abuso di mezzi di correzione. Lo riporta LatinaToday.

Le insegnanti erano finite al centro di un’indagine condotta dai carabinieri per i comportamenti adottati nei confronti dei loro alunni, i bambini di una classe di età compresa tra i 3 e i 5 anni. I fatti oggetto del procedimento risalgono al 2016 quando alcuni bambini hanno iniziato ad avere comportamenti inusuali a casa e non volevano più andare a scuola. I genitori si sono insospettiti e hanno deciso di presentare una denuncia ai Carabinieri. Le due maestre  minacciavano gli alunni e li colpivano con schiaffi, spintoni e tirate d’orecchie sottoponendoli a umiliazioni e violenze fisiche di ogni genere.

Le immagini sconcertanti

“Siete deficienti”, “Ti spacco la capoccia”, “Sei stupido” sono alcune delle frasi con le quali una maestra si rivolgeva ai bambini che avrebbe anche percosso con schiaffi, sculacciate, tirate di orecchie e di capelli. L’altra invece avrebbe afferrato i bambini per le braccia trascinandoli, ne avrebbe punito uno con una matita e ne avrebbe colpito un altro alla testa con una cartellina. 

I maltrattamenti sono stati immortalati per un mese e mezzo dalle telecamere installate dai militari al’interno dell’aula delle educatrici e i video sono stati anche proiettati in aula nel corso del processo. La maestra condannata a due anni di reclusione si sarebbe difesa così: “Ho utilizzato quel linguaggio in alcuni momenti è perchè alcuni bambini erano problematici, altri molto vivaci”.

“L’insegnante non ha offeso nessuno”

Gli avvocati delle due, come riporta Il Messaggero, nelle loro arringhe durate quasi quattro ore, hanno cercato di ridimensionare le accuse parlando di “attività di contenimento degli alunni più vivaci” trattandosi di una classe con 28 bambini. “L’insegnante non ha offeso nessuno, aveva l’obbligo di correggere i comportamenti sbagliati, sarebbe stato al contrario diseducativo non farlo”, ha detto uno dei legali.