Valutazioni

School choice, cos’è e perché a molti non piace?

Cosa significa school choice? Letteralmente scelta della scuola, l’espressione si riferisce ai meccanismi tutti americani e anglosassoni di scelta della scuola per i propri figli da parte dei genitori, che valutano sulla base di classifiche tra istituti, nell’ambito delle quali, studenti e famiglie scelgono tra opzioni molto diverse e un’ampia gamma di programmi.

Quale retro pensiero cova dietro questo modello? L’idea che le famiglie socialmente, culturalmente o economicamente avvantaggiate, possano scegliere le scuole migliori per i propri figli, contribuendo a un modello di società estremamente classista.

Francesco Sinopoli

Contro questo modello, di recente si è scagliato Francesco Sinopoli, segretario di Flc Cgil, al convegno sulla valutazione cui ha partecipato anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

“Noi non abbiamo bisogno di classifiche – osserva Francesco Sinopoli – . Noi ai genitori dobbiamo dire che le classifiche sono sbagliate. Dobbiamo impedire che ciò accada. Non possiamo affidarci all’etica individuale. E anche allo studente dobbiamo spiegare che la funzione della scuola è quella di formare cittadini critici e produttori critici e consapevoli”.

E conclude: “Noi non dobbiamo adeguare la formazione dei nostri alunni al mondo del lavoro così com’è, noi dobbiamo cambiare il mondo del lavoro, dobbiamo cambiare la specializzazione produttiva del nostro Paese e soprattutto dobbiamo affermare un’idea di scuola ripartendo da Morin e Freire, individuando anche chi sono i nostri interlocutori che la pensano diversamente, come i sostenitori della school choice, per spiegare loro che la school choice è sbagliata”.

Insomma, la contestazione del segretario muove dalla preoccupazione che le prove Invalsi possano, in prospettiva, andare nella direzione di affermare un modello classificatorio delle scuole, delle classi, degli alunni stessi, nell’ottica di adeguare il sistema scolastico al mercato. Un po’ la preoccupazione espressa anche dalla scrittrice Dacia Maraini, che nell’intervista esclusiva rilasciata alla Tecnica della Scuola ha parlato di deriva della scuola azienda.

Carla Virzì

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