Poi però, le cose cambiano e le studentesse preferiscono i tradizionali percorsi umanistici. A tal proposito la campagna “Science: It’s a girl thing” lanciata dalla Commissione europea per fare della scienza e dell’innovazione “un gioco da ragazze”, ha tra i suoi principali scopi quello di trovare giovani donne che hanno le caratteristiche e la creatività per essere scienziate.
Questa campagna rappresenta una sfida che l’UE organizza per aumentare il numero di ricercatori. In altre parole l’UE si prefigge un milione di ricercatori in più entro il 2020 (http://www.vivieuropa.it/notizie/635/la-scienza-un-gioco-da-ragazze).
Ma il vero obiettivo è quello di spingere le ragazze a orientare i propri studi verso materie scientifiche in grado di offrire occupazione. Infatti, le donne che intraprendono una carriera da ricercatrici rappresentano solo un terzo del totale. Le titolari di dottorato in ingegneria civile e ingegneria industriale restano ancora oggi una minoranza.
Pertanto l’obiettivo della campagna “Science: It’s a girl thing“ sarà quello di interessare le adolescenti impegnate negli studi delle scuole secondarie di secondo grado allo studio della scienza, della Fisica, dell’informatica, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica, per orientare al meglio le loro scelte.
uccessivamente, la stessa campagna sposterà l’attenzione all’intera popolazione studentesca femminile, incoraggiandola a prendere in considerazione la professione di ricercatrice.
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