A Bologna, per esempio, il 3 aprile scorso si è svolto un importante convegno nazionale promosso dall’Irrsae Emilia Romagna che ha richiamato da tutta Italia poco meno di 700 insegnanti e dirigenti scolastici.
Si è parlato di didattica delle discipline scientifiche ma anche dei rapporti fra sperimentazione del progetto SeT e nuovi curricoli di insegnamento.
I matematici presenti alla manifestazione (Sergio Invernizzi, dell’ Università di Trieste e Ferdinando Arzarello di Torino) hanno messo in luce – con diverse sottolineature – la necessità che nell’insegnamento della matematica non si dimentichi mai l’intuizione e il collegamento con la realtà quotidiana.
Le competenze matematiche dell’ "italiano medio" sono decisamente basse e vanno incrementate, soprattutto in alcuni settori-chiave.
Essere in grado di calcolare un integrale – è stato detto – è certamente importante, ma è ancora più decisivo conoscere il calcolo delle probabilità o le proprietà delle percentuali.
Giorgio Celli, biologo e notissimo autore di opere di divulgazione ha sottolineato la necessità di non dimenticare la prospettiva storica nell’insegnamento.
L’ispettore ministeriale Mario Fierli ha evidenziato invece gli scopi che il progetto SeT si propone.
"Dobbiamo prendere atto – ha detto in sostanza Fierli – che non mancano oggi nel nostro Paese buoni insegnanti di materie scientifiche o valide attrezzature; manca però una vera pratica di laboratorio; spesso le scienze vengono insegnate in modo prevalentemente manualistico".
Il problema è complesso, soprattutto nella scuola superiore dove si devono fare i conti con programmi in cui scienza e tecnica sono nettamente separate fra di loro.
L’obiettivo principale del Progetto – invece – è proprio quello di tentare una ricomposizione di queste due aree: e questo non è semplice perché si cozza contro una tradizione storica che nel nostro Paese dura da un secolo.
Il MPI – ha sottolineato l’ispettore – si aspetta che proprio la sperimentazione del Progetto SeT possa fornire materiale di riflessione per una accurata revisione dei curricoli.
Nel corso del convegno sono state anche presentate le esperienze del Museo delle Scienza e della Tecnica di Milano e di quello di Storia della Scienza di Firenze: migliaia di alunni in questi anni hanno potuto accedere alle sale di questi due Musei che hanno attivato anche programmi interattivi che permettono ai visitatori non solo di "guardare", ma anche di intervenire e di fare (e quindi di capire).
Per parte sua l’Irrsae Emilia-Romagna ha annunciato l’intenzione di promuovere altre iniziative a sostegno della sperimentazione che si sta realizzando nelle scuole della regione.
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