Si chiama EPS – Education physique et sportive – e nelle scuole francesi di ogni ordine e grado si studia e si pratica molto di più rispetto all’Italia. Qui da noi, infatti, le Scienze motorie e sportive (se volete, l’Educazione fisica) occupano due ore alla settimana nell’orario delle lezioni, sia alle medie che alle superiori, mentre alla primaria la situazione resta ancora molto confusa: certo, con un po’ di ritardo, la legge n. 234/2021 ha pensato a introdurre l’insegnamento delle scienze motorie a decorrere dall’anno scolastico 2022/2023, solo per le classi quinte, e l’anno prossimo per le quarte, ma di certo molti spazi restano ancora vuoti o lasciati alla buona volontà delle maestre.
In Francia, dicevamo, il quadro è completamente diverso: pensate che nelle scuole elementari i bambini praticano l’educazione fisica e sportiva con docenti specializzati per tre ore settimanali, dalla prima alla quinta classe. Poi, alla scuola media, le ore passano a quattro per il primo anno e a tre per i successivi.
Al liceo, le scuole si allineano sui nostri parametri: due ore settimanali. Ma, come potete immaginare, i francesi non sono per niente soddisfatti, tanto che Sarah Pochon, docente universitaria di Scienze e tecniche delle attività fisiche e sportive, affida al quotidiano Le Monde le sue riflessioni: è tempo – sostiene la professoressa – di restituire all’educazione fisica il posto che merita nell’orario settimanale dei liceali.
In un momento in cui tutti gli studi scientifici constatano l’aumento dell’obesità e dei casi di diabete giovanile – fenomeni strettamente legati alla vita sempre più sedentaria praticata oggi da molti adolescenti – Sara Pochon reclama uno sforzo per aumentare le ore nei licei.
In realtà, il Governo francese non è sordo a queste richieste : è infatti già in atto l’iniziativa del Ministero dell’Educazione Nazionale, denominata 30’ APQ (30 minutes d’activité physique quotidienne), un dispositivo destinato a rafforzare le ore di attività fisica in tutte le scuole: in pratica, ogni scuola dovrà organizzarsi – anche in partenariato con associazioni e società sportive del territorio – per garantire agli studenti mezz’ora di movimento nei giorni in cui non c’è l’educazione fisica in orario, in modo tale da promuovere e incentivare un’attività fisica quotidiana che possa servire da antidoto a pericolose tendenze alla pigrizia da video game.