Grazie alle regole sulla proclamazione degli scioperi, i piccoli sindacati stanno mettendo fuori gioco i confederali.
Il risultato è che, a tutt’oggi, non è ancora chiaro quali scioperi ci saranno davvero nel mese di ottobre.
Già da alcuni giorni la Flc-Cgil aveva annunciato che a partire dal 1° ottobre ci sarebbe stato uno sciopero di un’ora ogni 15 giorni, fino al mese di dicembre.
Ma il piccolo Sisa (Sindacato indipendente scuola e ambiente), che già da tempo aveva annunciato uno sciopero nazionale per il 27 settembre, ha rovinato i piani del sindacato di Pantaleo.
Come ammette la stessa Flc nel proprio sito, la Commissione di Garanzia ha ricordato che la regola della “rarefazione oggettiva” prevede che fra uno sciopero e l’altro debba intercorrere un intervallo di almeno 10 giorni. Ed ecco che la Flc afferma che lo sciopero a ore avrà inizio l’8 di ottobre.
Ma qui la questione si complica non poco.
Intanto va detto che le regole non consentono di proclamare “scioperi plurimi”, quindi per dichiarare un nuovo sciopero la Flc deve aspettare che si svolga quello annunciato per il giorno 8 ottobre.
Il fatto è che su questo stesso sciopero permane qualche dubbio ed è bene aspettare il pronunciamento della Commissione.
I Cobas, infatti, hanno proclamato uno sciopero nazionale per l’intera giornata per il 15 ottobre e dunque l’intevallo dei 10 giorni non è di nuovo rispettato.
A questo punto, per stabilire quale sia lo sciopero non regolare bisogna verificare i tempi di proclamazione: quello annunciato per primo è regolare, mentre è il secondo a non rispettare la regola della “rarefazione oggettiva”.
I due scioperi risultano proclamati entrambi il 14 settembre, uno per il 1° ottobre e l’altro per il 15; è probabile quindi che lo sciopero irregolare sia proprio quello della Flc, perché lo spostamento al giorno 8 è avvenuto dopo aver ricevuto i rilievi della Commissione. Se così fosse, la Flc sarebbe costretta a spostare la propria protesta al 25 ottobre, ma quel punto la data sarebbe nuovamente irregolare, perché per il 3 novembre c’è già uno sciopero dell’Anief.
Insomma, una vera e propria beffa per il sindacato di Mimmo Pantaleo che, se non vorrà stare a guardare, sarà costretto ad aderire a uno degli scioperi già proclamati dai “mini-sindacati”.
Se così sarà, la battuta di Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas, è facilmente prevedibile: “Questi sono le conseguenze della legge liberticida che regolamenta il diritto di sciopero e fermamente voluta proprio dai sindacati confederali”. Ma per capire come andrà a finire davvero, è bene aspettare la prossima decisione della Commissione di Garanzia.
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