Categorie: Politica scolastica

Scioperi: forse sarà obbligatorio dichiarare la propria adesione

Troppi scioperi a ripetizione ed la Commissione di Garanzia decide di convocare i sindacati del comparto scuola per rivedere il regolamento in vigore “vecchio” ormai di 17 anni.

Si tratta di garantire i diritti dei lavoratori ma anche quelli delle famiglie, sostiene la Commissione che, a quanto pare, si sarebbe un po’ spazientita dopo l’ennesimo sciopero proclamato nel settore scolastico.
In effetti in meno di tre mesi di scuola, gli scioperi sono già stati parecchi, e a parte quello del 21 ottobre (Unicobas, Usb e Usi), tutti gli altri sono stati indetti ogni volta da un solo sindacato, che magari conta poche decine di iscritti.
Si tratta di “micro-scioperi” che mettono in allarme scuole e famiglie ma che  – a conti fatti – non vanno mai al di là di una piccola frazione di un punto percentuale.
Il Garante ha già fatto intendere che, se non si troverà un accordo, il regolamento potrà essere modificato ugualmente con un atto unilaterale, come peraltro è già avvenuto per il settore dei trasporti.
Pare che i sindacati del comparto non siano disponibili a siglare un accordo su questa materia: sarebbe oltremodo strano se si firmasse un accordo per un nuovo regolamento ancor prima che si apra il tavolo per la trattativa contrattuale.
Il tentativo della Commissione, ma soprattutto del Ministero, potrebbe essere quello di rendere obbligatoria per il personale la dichiarazione di adesione o non adesione allo sciopero.
Va anche detto che un eventuale nuovo regolamento in qualche modo restrittivo per i sindacati di base, potrebbe essere visto di buon occhio dai sindacati del comparto che molto spesso sono in qualche modo “disturbati” dagli scioperi proclamati dalle organizzazioni minori.
Per esempio la regola che tra uno sciopero e l’altro deve intercorrere un periodo di almeno 7 giorni ha determinato spesso qualche difficoltà proprio ai sindacati rappresentativi che hanno dovuto fare le acrobazie per trovare il giorno giusto per il proprio sciopero.
D’altronde non va dimenticato che le attuali regole furono volute proprio dai sindacati del comparto nel tentativo di arginare il blocco degli scrutini dei sindacati di base.

Reginaldo Palermo

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