La preintesa siglata nei giorni scorsi fra Aran e sindacati rappresentativi del comparto scuola in materia di “norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e procedure di raffreddamento e conciliazione in caso di sciopero” non piace per nulla ai sindacati di base che stanno già accusando il Governo ma soprattutto gli stessi sindacati del comparto di voler ridurre pesantemente il diritto di sciopero.
L’Unicobas di Stefano d’Errico, in particolare, parla apertamente di “diritto di sciopero massacrato”.
Aran e sindacati avrebbero concordato, secondo l’Unicobas, misure a dir poco repressive.
Intanto ci sarà contingente minimo imposto al personale Ata con il risultato che – di fatto – quel contingente non potrà scioperare.
Verrà aumentato da 7 a 12 giorni l’intervallo minimo fra lo sciopero di una qualsiasi organizzazione sindacale e quello di una qualsiasi altra sigla.
Non solo, “ma – aggiunge d’Errico – le RSU non avranno più il diritto di intervenire nella disposizione dell’adeguamento delle regole in sede di singolo istituto; in altre parole il dirigente contratterà solo con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali provinciali”.
E ancora: nella comunicazione scuola-famiglie sullo sciopero verranno inclusi i dati sulla rappresentatività nazionale delle sigle proclamanti, nonché le percentuali di adesione agli scioperi in precedenza indetti dalle stesse e quella dei voti ottenuti alle ultime elezioni RSU.
“Ma forse in tal modo – ironizza d’Errico – può darsi che verrà reso noto anche lo 0,47% raccolto nell’ultimo sciopero proclamato unitariamente da 5 dei 6 sindacati pronta-firma”.
Ci saranno anche alcune “zone franche” durante le quali non sarà più possibile proclamare scioperi: si tratta del periodo dal 1° al 5 settembre dei primi 3 giorni dopo la pausa natalizia e quella pasquale.
“In pratica – sostiene d’Errico – grazie ad una commissione paritetica di nuova istituzione ministero e sindacati pronta-firma, a livello nazionale, potranno decidere se uno sciopero è legittimo o meno (e lo faranno bloccando gli scioperi dei sindacati di base)”.
Per entrare in vigore, l’intesa deve però ancora ottenere il “via libera” della Commissione di Garanzia degli scioperi che – difficilmente però – apporterà modifiche sostanziali all’accordo.
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