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Sciopero 10 dicembre, Turi: “Manifestiamo anche per chi è rassegnato e oggi non è in piazza”

Nel corso dello sciopero di questa mattina a Roma, la Tecnica della Scuola con il suo direttore Alessandro Giuliani ha intercettato il segretario generale della Uil Scuola Pino Turi:

“Stiamo rivendicando innanzitutto la dignità per queste persone che stanno manifestando non soltanto per avere uno stipendio adeguato ma per avere una scuola adeguata, la scuola della Costituzione di questo Paese, una scuola libera e democratica. Avete sentito oggi i ragazzi? La comunità educante qui in piazza oggi si ribella e noi siamo stati il detonatore di una ribellione più ampia che ci sarà il 16 dicembre perché serve che si cambi politica in questo Paese. La scuola non può più partecipare perché già un giorno di sciopero è tanto e noi l’abbiamo fatto oggi, io ci sarò, rappresenteremo il mondo del lavoro, qui ci sono persone che lavorano con dedizione, non abbiamo bisogno di ulteriori sottolineature che sono un’offesa per questa categoria”.

Non ci sono tutti i sindacati? “Ne sono addolorato e ogni frattura nel mondo del lavoro produce effetti negativi però penso che un pluralismo sindacale garantisca la possibilità di scelta. Le persone che oggi sono qui hanno scelto, io rispetterò chi la pensa diversamente ma oggi siamo in piazza anche per chi non ha scioperato. Oggi iniziamo una mobilitazione, non ci possiamo mica fermare, ovviamente utilizzeremo tutti gli strumenti democratici ma questa piazza dovrebbe far riflettere la politica che non può far finta di niente. Vorrei ricordare che anche chi oggi non è qui è stressato e arrabbiato. Chi non partecipa è rassegnato e non è una persona felice. Abbiamo bisogno di portare un po’ di felicità in questo Paese, a partire dalla scuola. Pochi soldi per la scuola? Evidentemente è un problema culturale e politico e le forze politiche non si possono nascondere dietro Draghi. Non stiamo rivendicando l’impossibile bensì che quei patti fatti con Bianchi siano rispettati, la politica non li ha rispettati”.

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Daniele Di Frangia

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