La nostra inviata Jessica Saccone, in occasione della manifestazione del 10 dicembre ha intervistato due insegnanti scese in piazza per manifestare.
“Al di là delle problematiche relative al contratto, che sono secondarie per me, il problema è che la pandemia ha esasperato una situazione già disastrosa,” così una docente di ruolo con 7 anni di lungo precariato alle spalle.
E sugli 87 euro in più a fine mese, l’insegnante commenta: “Mi cambiano molto poco, non ci pago neanche la tessera dell’autobus dei miei figli per andare a scuola”.
Il problema non sono gli stipendi, insomma – continua la docente – “quanto chiedo è un cambiamento sostanziale per la scuola, i soldi ci sono ed è possibile fare degli investimenti seri: cominciamo a ridurre il numero degli studenti per classe”.
E si investa in una didattica inclusiva che innalzi il livello culturale del nostro Paese, esorta in chiusura.