Arriva inspiegabilmente in zona Cesarini l’adesione dei Partigiani della Scuola Pubblica allo sciopero in programma per domani: con un comunicato diramato nel pomeriggio del giorno 9, i PSP, presenti soprattutto in Calabria, annunciano infatti di aderire alla protesta promossa da Cobas, Unicobas e Usb.
I MOTIVI DELLO SCIOPERO
Nei giorni scorsi erano già pervenute altre adesioni; particolarmente significativa è stata quella del Coordinamento ATA-ITP ex Enti Locali.
Nel merito, il movimento dei PSP dichiara di aderire alla protesta “per ricordare a chi governa ancora oggi e a chi lo farà domani la contrarietà degli operatori della scuola statale pubblica alla legge 107/2015”.
Nel comunicato i PSP elencano anche alcune specifiche richieste: l’eliminazione del bonus premiale, la cancellazione delle prove Invalsi e il ripristino della possibilità di nominare supplenti per la copertura delle assenze del personale Ata.
“Non vogliamo – scrivono anche i PSP – che il nostro contratto venga adeguato alla legge 107/2015 di cui chiediamo la improrogabile cancellazione: non possiamo lasciare all’arbitrio dei dirigenti la facoltà di selezione dei docenti, non possiamo lasciare che i nostri studenti vengano sottratti allo studio per 200 o 400 ore nel triennio degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado per un falso apprendistato”.
I PSP fanno propria anche la richiesta dei sindacati di base di “restituire a tutte le OO.SS. la facoltà di organizzare assemblee in orario di servizio”.
IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA
Intanto a Roma le tre organizzazioni che hanno proclamato lo sciopero hanno già messo a punto il programma del giorno 10.
Alle 9 è previsto un presidio sotto la sede del Ministero dell’Istruzione dove parleranno Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas, Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas e un esponente dell’USB.
Nella tarda mattinata è previsto un altro presidio in piazza Montecitorio dove saranno presenti anche lavoratori di altri comparti coinvolti nello sciopero (gli organizzatori si aspettano alcune migliaia di lavoratori dei trasporti, dei ministeriali, degli enti locali, della sanità, ..)
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