Il prossimo 10 novembre, come scritto già altre volte, si terrà lo sciopero nazionale del comparto scuola, indetto dai sindacati di base Unicobas, Cobas e Usb. Le motivazioni sono risapute, ma riprendiamo un comunicato Unicobas a firma del segretario Stefano d’Errico, che riassume le ragioni che hanno portato allo sciopero, riportando alcuni dati in merito alle perdite (in denaro) dei lavoratori della scuola.
Nonostante la chiara opposizione ai sindacati confederali, Unicobas prende come esempio uno studio della Flc Cgil di Torino per spiegare quanto abbia perso il personale della scuola a causa del blocco contrattuale.
Anche se sono presenti alcuni limiti, per d’Errico lo studio ha il merito “di fornire una fotografia precisa e spietata della perdita del potere d’acquisto subito in questi anni di crisi dai lavoratori della scuola, immagine che, anche se calcolata al ribasso perché confrontata col tasso inflattivo dichiarato dall’ISTAT (e non certo con quello dell’inflazione reale), rende in modo molto credibile e tutt’altro che ‘estremista’ la totale debacle degli stipendi della scuola (i peggiori della UE)”.
Ecco i dati elaborati dalla FLC-CGIL di Torino riportati dal segretario Unicobas:
1) un collaboratore scolastico ha perso 11.128 euro netti;
2) un assistente amministrativo/tecnico ha perso 12.500 euro netti;
3) un coordinatore amministrativo/tecnico ha perso 15.120 euro netti;
4) un dsga ha perso 17979 euro netti;
5) un docente della primaria ha perso 15.303 euro netti;
6) un itp ha perso 15.573 euro netti;
7) un docente delle medie ha perso 16.823;
8) un docente delle superiori ha perso 17.507 euro netti.
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