Diversamente da alcuni colleghi, ai tanti e tanti ragazzi che oggi, nelle mie due scuole, si sono mobilitati per questa giornata dedicata alla nostra Terra, ho detto a chiare lettere che sono idealmente con loro, che sto idealmente manifestando con loro, che dovremo assieme ai tanti docenti concordi trovare forme di sensibilizzazione per fare in modo che la scuola si faccia strumento di una più ampia sensibilizzazione sociale.
Perchè tutto questo? Perchè nessuno sembra interessato, a parte poche voci isolate.
Nel senso che è un tema che mi pare non sia tra le priorità delle agende politiche dei vari governi, tutte protese ai propri tornaconti immediati, del potere per il potere.
Ha ragione quindi il presidente Mattarella a lanciare, giorni fa, da Belluno, un nuovo allarme per il clima.
E’ uno di quei temi a lunga gittata che tutti dovrebbero considerare la vera priorità di questo nostro tempo, visto che, oltre ai cambiamenti già in atto, segneranno pesantemente il nostro futuro.
Parlo, oltre al clima, delle nuove geopolitiche, compresi i flussi migratori, del rischio marginalizzazione dei valori universali nati in Occidente ma pensati per tutti, di una globalizzazione che metterà nelle mani di pochissimi poteri immensi, dei drammatici dati demografici, di un modo di pensare la tecnologia sempre più come fine, e non come mezzo per migliorare la qualità della vita soprattutto dei più disagiati, e così via.
Il clima, dunque. Con centinaia di migliaia di ragazzi di mezzo mondo, oggi 15 marzo, impegnati a gridare e a pretendere l’attenzione di tutti verso il loro futuro, per i limiti e gli errori dei padri e dei nonni nei loro confronti.
Ecco, il grido d’allarme è davvero quello di “rubare il loro futuro”.
A partire dalla Svezia, con l’impegno della piccola-grande Greta, con la sua azione che è arrivata sino alla COP24 di fronte ai governi di tutto il mondo. Da Greta a Papa Francesco.
Sino ai ragazzi delle classi prime delle Scienze Umane della mia scuola, con una lettera-appello a tutti i propri compagni, ai muri della scuola pieni di pensiero e messaggi.
Tutti, anche noi adulti, dovremmo scendere in piazza, per renderci tutti consapevoli, al di là dei problemi quotidiani, di un grande pericolo che rischia di segnare il futuro dei nostri figli e nipoti. Sotto lo slogan #fridaysforfuture.
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