Sui mass media spopolano i profili di Greta Thunberg, la ragazzina svedese che solo sette mesi fa, tutti i venerdì non andava a scuola per protestare, in solitudine, davanti al parlamento svedese con un cartello scritto a mano: “Sciopero dalla scuola per il clima”.
Oggi la sedicenne, con le lunghe trecce bionde, è diventata popolare in tutto il mondo, il punto di riferimento di un movimento giovanile che chiede ai governi azioni per salvare il futuro dai disastri del riscaldamento globale: l’apice della protesta per salvare il clima, si toccherà il 15 marzo, quando in oltre 500 città di ogni continente le piazze di popoleranno di giovani.
“L’attivista del clima con l’Asperger”, come Greta si autodefinisce sul profilo Twitter, dove ha 257 mila follower (329 mila su Facebook), preoccupata dalle potenti ondate di calore e dagli incendi che avevano distrutto i boschi del suo paese l’estate scorsa, dal 20 agosto scorso non è andata a scuola, fino alle elezioni del 9 settembre, per chiedere al governo di ridurre le emissioni di CO2.
Ha continuato lo sciopero ogni venerdì, lanciando un appello a seguire il suo esempio che è diventato il movimento globale #FridayForFuture, da cui è nato lo sciopero globale per il clima.
Accompagnata dal padre Svante (che è un attore, mentre la madre Malena Emman è una famosa cantante d’opera), a dicembre ha parlato alla Conferenza sul clima dell’Onu, la Cop 24 di Katowice in Polonia, rimproverando i leader mondiali di comportarsi come “bambini irresponsabili, non abbastanza maturi da dire le cose come stanno”, e da lì ha invitato tutti i ragazzi a mobilitarsi per questa causa. A gennaio ha avuto parole altrettanto dure per l’élite imprenditoriale globale di Davos.
Ha anche parlato a Bruxelles davanti al Comitato economico e sociale europeo, per dire che “non c’è abbastanza tempo per permetterci di crescere e prendere in mano la situazione”.
In Svezia è stata nominata donna dell’anno, lo scorso 8 marzo, è stata anche proposta per il premio Nobel per la pace da tre parlamentari norvegesi.
“Onorata e grata per la nomination”, ha postato sui social. Greta è riuscita da sola in un’impresa che né big della politica come Al Gore o del cinema come Leonardo DiCaprio, né istituzioni mondiali o movimenti ambientalisti hanno realizzato.
Non ha solo chiamato a raccolta gli studenti di tutti i continenti, ma ha coinvolto anche adulti, fra cui 3 mila scienziati.
A citarla in Italia, fra gli altri, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il neo segretario del Pd Nicola Zingaretti, come spinta per le istituzioni.
La ragazza ha viaggiato sempre in treno, perché gli aerei inquinano troppo, Greta ha girato da Parigi a Berlino ad Amburgo ed altre città europee, per sfilare in strada con altri studenti nello sciopero della scuola. Ha stilato una sorta di manifesto con le regole per manifestare: no a violenza, incidenti, rifiuti, profitti, odio, ridurre al minimo la propria impronta di carbonio e fare sempre riferimento alla scienza.
E poi il suggerimento a seguire l’accordo di Parigi e i Rapporti degli scienziati dell’Ipcc (il panel intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici), contenere l’aumento del riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi, focalizzarsi sull’equità e la giustizia climatica.
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