Lo sciopero del 17 maggio è “fuffa”, anzi di più: è un tentativo di rompere l’unità dei lavoratori.
L’accusa arriva dall’USB che già da tempo aveva proclamato uno sciopero di tutto il pubblico impiego proprio contro il progetto di regionalizzazione.
L’attacco dell’Unione sindacale di base è rivolto ai sindacati che hanno proclamato lo sciopero, ma soprattutto a Cgil, Cisl e Uil: “USB conferma lo sciopero del 10 e denuncia l’evidente tentativo di queste sigle sindacali di usare lo sciopero in modo strumentale e divisivo, dopo aver svenduto i lavoratori in ogni occasione ormai da decenni. Questo sciopero ha anche un’evidente funzione elettorale: vuole tirare la volata al PD per le elezioni europee. Quel PD responsabile dello sfascio dello Stato Sociale e delle condizioni dei lavoratori del Pubblico Impiego, tanto quanto le forze di destra”.
Il comunicato è chiaro e non lascia spazio a equivoci: “Nel riconfermare con forza la data del 10 maggio, per noi essenziale anche come momento di lotta contro le limitazioni del diritto di sciopero e gli attacchi subiti da USB, in ultimo il blocco della data del 12 aprile, in cui avevamo proclamato lo sciopero generale, sottolineiamo che le questioni sollevate dall’autonomia differenziata richiesta da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna hanno una portata ben più ampia di uno sciopero di comparto: investono tutta la pubblica amministrazione e i cittadini nella loro quotidianità”.
L’USB non trascura poi il tema del rinnovo contrattuale: “Ci rifiutiamo di scioperare con chi ha firmato l’ultimo vergognoso contratto e quegli aumenti irrisori che sono un insulto ai lavoratori, oltre ad aver collaborato attivamente allo sfascio della scuola e dello stato sociale tutto con scelte e accordi scellerati di cui tutti paghiamo le conseguenze. Non crediamo possa nascere nulla di buono dal supporto ai sindacati complici: non abbiamo dimenticato il 5 maggio 2015, quando la quasi totalità dei lavoratori ha scioperato, perché i dirigenti sindacali di CGIL, CISL e UIL abbandonassero qualsiasi tipo di lotta subito dopo, lasciando passare la vergognosa legge 107 senza colpo ferire!”
Per ora, comunque, allo sciopero del 17 maggio stanno aderendo 7 sigle (quelle dei 5 più importanti sindacali rappresentativi oltre a Cobas e Unicobas); si aspetta di conoscere la decisione dell’Anief, sindacato che da qualche mese ha titolo per sedere ai tavoli di contrattazione. Così come non si sa nulla di come intendano “schierarsi” altre piccole sigle sindacali, come per esempio la CUB.