A fine aprile, subito dopo Pasqua, potrebbero esserci novità importanti per i lavoratori della scuola: i sindacati del comparto sono stati infatti convocati a Palazzo Chigi martedì prossimo, alle ore 20, dove incontreranno il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.
In quell’occasione, il presidente del Consiglio e dal titolare del Miur cercheranno di scongiurare lo sciopero unitario del prossimo 17 maggio, al quale hanno già aderito tutte le maggiori sigle sindacali e diverse associazioni.
Ad elencare gli argomenti è stata la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi: con un lungo comunicato, la sindacalista ha detto che la convocazione “è un fatto importante, che consente di portare al massimo livello il confronto sulle questioni oggetto della nostra mobilitazione e dello sciopero proclamato per il 17 maggio. Mi auguro che in quella sede possano venire risposte concrete alle nostre richieste, diversamente da quanto fin qui avvenuto”.
Gissi ricorda che “segnali contrastanti sono venuti dall’ultimo Consiglio dei Ministri. C’è una risoluzione nella quale si accenna a investimenti in capitale umano, si tratta di capire se e quanto possa servire ad aprire spazi reali per un contratto che intervenga in modo significativo sugli stipendi del personale, nettamente inferiori alla media europea e in coda anche nelle classifiche del lavoro pubblico in Italia; le buone intenzioni non bastano, occorre declinarle, anche attraverso le responsabilità del dicastero dell’economia, in precisi e verificabili impegni”.
La leader del primo sindacato della scuola ha ricordato che nel CdM del 14 febbraio scorso è stato “anche rilanciato dalle forze di maggioranza, e non è certo un bel segnale, l’obiettivo di un’autonomia differenziata che ci vede, per quanto riguarda il sistema di istruzione, in netto dissenso. Per noi il carattere nazionale e unitario del sistema va salvaguardato pienamente, una posizione che raccoglie in ogni parte d’Italia un consenso sempre più ampio e diffuso”.
Per il sindacato, rinnovo del contratto e regionalizzazione i temi sui quali è decisivo l’atteggiamento del Governo nel suo complesso. Ma un altro dei temi alla base dalla protesta del 17 maggio è la stabilizzazione del lavoro precario, con interventi straordinari ma soprattutto con un diverso segno delle politiche sul reclutamento in tutti i settori del comparto.
“Su altre questioni – conclude la Gissi – basterebbe un minimo di disponibilità ad agire utilizzando gli spazi di gestione del contratto, a partire dalla riattivazione della mobilità professionale del personale ATA e dalle garanzie di copertura del FUN per la dirigenza. Vedremo se il Governo saprà fare i passi necessari per dare senso e prospettive al confronto. Noi ci siamo, ma restano al momento tutte confermate le azioni di mobilitazione e di lotta decise con le altre organizzazioni sindacali”.
Anche secondo la Flc-Cgil, la convocazione a Palazzo Chigi “è cosa senz’altro positiva. Ci attendiamo, vista la presenza del Presidente del Consiglio, soluzioni concrete a questioni concrete”, sottolinea il sindacato guidato da Francesco Sinopoli.
Anche i lavoratori della Conoscenza chiedono “una parola netta sull’autonomia differenziata. Il governo è disposto a recedere da posizioni che, attraverso la regionalizzazione dei contratti, della mobilità, delle assunzioni, dei ruoli e cioè dello stesso diritto all’apprendimento, renderebbero diseguale un diritto uguale quale è quello dell’istruzione?”.
“La medesima nettezza di risposta – continua la Flc-Cgil – ci attendiamo sul contratto – che non può essere fatto senza risorse visti gli stipendi ben lontani non solo dalla media europea, ma anche dalla copertura del semplice potere d’acquisto – come anche sulle stabilizzazioni e la fine del precariato docente e ATA, vera ferita che pesa sulla efficacia ed efficienza del nostro sistema scolastico”.
“Ci aspettiamo che si metta nero su bianco un impegno concreto per un piano di investimenti in Istruzione e Ricerca, in grado di avvicinarci alla media degli investimenti dei paesi europei”, conclude il sindacato di via Leopoldo Serra a Roma.
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