Nelle intenzioni dei sindacati di base lo sciopero in programma per il prossimo 17 marzo dovrà servire per mettere il Governo alle strette e per tentare di ottenere il blocco dei decreti applicativi della legge 107.
Nella giornata del 17 marzo il sindacalismo di base scende in sciopero, nel non facile tentativo di convincere il Governo a sospendere l’approvazione definitiva degli 8 decreti applicativi della legge 107.
Lo sciopero si accompagna a manifestazioni in diverse città italiane: la più consistente è prevista a Roma, ma altre sono in programma a Torino, Bologna, Napoli, Bari, Cagliari, Palermo, Catania, Venezia e Firenze.
Al di là del risultato della protesta, di cui si potrà parlare fra 24 ore, il dato più importante dello sciopero è che dopo diverso tempo quasi tutte le sigle del sindacalismo di base si trovano insieme.
“Certamente si tratta di un dato importante – dichiara Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas – In altri Paesi sono più avanti perchè hanno capito che non si può pensare a grandi trasformazioni sociali senza grandi alleanze. In Italia siamo indietro perchè per troppo tempo siamo stati ancorati all’idea gramsciana dell’egemonia, e cioè si fanno alleanze ma l’egemonia spetta ad unico soggetto politico”.
“Ma – aggiunge Bernocchi – a quanto pare l’aria sta cambiando anche qui e si incomincia a comprendere che si possono fare alleanze pur mantenendo la propria diversità”
Si tratta di capire se l’alleanza del 17 marzo potrà proseguire…
“Ci proveremo – conclude Bernocchi – ma non sarà facile; fra qualche mese si riaprirà la campagna per il rinnovo delle RSU e le regole esistenti non facilitano le alleanze, anzi le rendono pressochè impossibili in quanto non consentono di formare ‘cartelli’ o forme federate. Ognuno deve correre da solo; i sindacati di base, peraltro, possono candidarsi di fatto solo nelle scuole dove già ci sono RSU visto il divieto di fare assemblee sindacali in quelle scuole. Noi invece chiediamo che si possa votare con due schede: una per la rappresentanza a livello di istituto e una per il livello nazionale. Se così fosse i rapporti di forza fra i sindacali di base e i 5 sindacati che siedono al tavolo delle trattative sarebbero ben diversi”.
Nel merito dei motivi dello sciopero Stefano d’Errico spiega: “Il modo in cui oggi si misura la rappresentatività delle diverse sigle sindacali e le norme che regolamentano lo svolgimento delle assemblee sindacali stanno appunto dentro la piattaforma della protesta che però è incentrata sulla questione delle deleghe che il Parlamento sta approvando.
Sappiamo che le Commissioni di Camera e Senato hanno proposto diversi emendamenti, alcuni anche interessanti, ma non possiamo tacere né sul massacro dei precari di terza fascia né su un impianto complessivo delle 8 deleghe che per noi resta irricevibile e non è affatto quello di cui oggi la scuola ha bisogno. Senza poi dimenticare che sul mondo della scuola pesa come un macigno un contratto fermo da quasi 10 anni”
Lo sciopero è proclamato non solo da Cobas e Unicobas, ma anche da Usb, Anief, Federata e altri sindacati e potrebbe registrare una adesione maggiore di quella che si è avuta l’8 marzo in occasione dello sciopero proclamato dalla Flc-Cgil che non era andato molto al di là del 2,5%.