Domani 26 marzo 2021 è sciopero nazionale. Lo sciopero è proclamato dai COBAS – Comitati di base della scuola – e riguarda il personale Docente, Educativo e ATA delle scuole di ogni ordine e grado, in Italia e all’estero; e dal SAESE – Sindacato Autonomo Europeo Scuola ed Ecologia, che coinvolge tutto il personale docente ed Ata, a tempo indeterminato, atipico e precario.
Uno sciopero supportato anche da Rifondazione Comunista, che lamenta l’assenza delle maggiori sigle sindacali “quanto ad azioni di lotta non facili in questo momento quanto necessarie”. Lo affermano Loredana Fraleone e Antonello Patta, del Partito della Rifondazione Comunista e della Sinistra Europea.
A questo LINK il comunicato presente sul sito del Ministero dell’Istruzione.
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Uno sciopero, quello delle sigle sindacali indicate su, che trova le sue ragioni prima di tutto nell’esigenza di sicurezza nelle scuole, a partire dalla riduzione delle classi pollaio, prima vera e concreta misura preventiva contro il Covid-19, a garantire il distanziamento tra gli alunni che i soli banchi singoli non possono garantire; in secondo luogo, si legge nel documento diramato dai Cobas, si chiedono concorsi per soli titoli, che possano in breve tempo andare a riempire i buchi di organico in previsione del nuovo anno scolastico 2021-2022 che promette gli stessi disagi dell’anno appena trascorso. Richieste che chiamano in causa il Recovery Fund.
Quanto al Comitato Priorità alla scuola che domani presidierà Montecitorio, come abbiamo riferito anche in un articolo precedente, le sue preoccupazioni maggiori ruotano attorno alla necessità della riapertura delle scuole di ogni ordine e grado, specie in relazione al piano vaccinale del mondo scuola che in alcune regioni è quasi completo. Si chiede inoltre che la scuola diventi centrale negli investimenti del Paese, così da raggiungere il 5% del Pil, quota che riflette la media europea.
A partecipare allo sciopero anche il Comitato Nazionale Precari Scuola che, annuncia in un comunicato, chiede
- un programma immediato per la messa in sicurezza degli istituti scolastici pubblici;
- la riduzione del numero degli alunni per classe per permettere agli insegnanti una completa gestione del gruppo classe, di fornire una didattica di qualità e di garantire sicurezza all’interno delle aule;
- la stabilizzazione e l’immissione in ruolo dei precari con tre anni di anzianità secondo il criterio per titoli e servizio;
- la revisione immediata delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS);
- la fine della mercificazione della formazione, uno delle principali cause della competizione tra lavoratori e principio di affermazione di una società classista.
Un argomento, quello della riapertura delle scuole, sul quale abbiamo anche interpellato i nostri lettori. Gli utenti si sono divisi a metà tra apertura e chiusura, segno che l’argomento è divisivo e le preoccupazioni attorno al rientro in classe sono ancora elevate, specie in relazione al fatto che la campagna vaccinale tra il personale scuola non si è ancora conclusa.