Spetterà ai Collegi dei docenti stabilire se non considerare le assenze degli alunni in occasione dello sciopero tutela del clima mondiale di venerdì prossimo, 27 settembre, nel computo del 25% di mancata presenza alle lezioni: l’auspicio formulato dal ministro dell’Istruzione, attraverso apposita Circolare Miur con la quale si chiede ai docenti di “considerare giustificate le assenze degli studenti occorse per la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico“, non basta infatti a non far rientrare la mancata presenza nel monte orario che concorre a costituire la percentuale complessiva di assenze annuali prodotte da ogni alunno.
Ogni scuola autonoma è già dotata, all’interno del proprio Piano dell’offerta formativa, delle deroghe che non concorrono ad oltrepassare un quarto delle assenze massime consentite, limite introdotto con l’art. 14, comma 7 del DPR 122/2009: si tratta di motivazioni principalmente di carattere medico, dovute ad esempio ad infortuni o a cure di patologie accertate, ma anche a situazioni personali-familiari, anche queste accertate, di particolare difficoltà. Oppure ad attività sportive di carattere agonistico e svolte presso una società sportiva riconosciuta dalla propria federazione.
Poiché la deroga chiesta dal ministro Lorenzo Fioramonti non ha precedenti nella storia della scuola pubblica italiana, nessun istituto può avere già contemplato una possibilità di questo genere, ovvero la partecipazione ad un evento con finalità a tutela del clima.
Questo significa che i dirigenti scolastici dovranno inserire nel prossimo Collegio dei docenti la proposta indicata dal nuovo responsabile del Miur. E siccome l’ultima parola spetterà proprio agli insegnanti, non può essere dato per scontato che tutte le scuole italiane dicano sì alla proposta di Fioramonti.
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