Ci sono anche alcuni ex ministri dell’Istruzione nella lista di quelli che reputano inopportuno chiedere alle scuole di non considerare le assenze degli alunni in occasione dello sciopero a tutela del clima mondiale di venerdì prossimo, 27 settembre, per il computo del 25% di mancata presenza alle lezioni, come ha fatto il ministro dell’Istruzione, attraverso apposita Circolare Miur.
Secondo l’ex ministro Giuseppe Fioroni (Pd), è “indispensabile chiedere al Ministro Fioramonti di riflettere sulla decisione di giustificare gli studenti che partecipano alla manifestazione per il clima il prossimo 27 settembre. L’intenzione, vista la tematica, è lodevole. Il governo però ha competenze per operare con fatti concreti al fine di tutelare il nostro ambiente”.
“Ai genitori e alla scuola – continua – compete giustificare come libera scelta chi decide di partecipare alla manifestazione. Non spetta al Governo certificare la buona partecipazione o tanto meno la buona assenza per tutti, prescindendo dalla libera decisione di partecipare, dalla sensibilità e dall’effettiva partecipazione”.
“Signor Ministro, ci sarà anche chi ritiene di non partecipare e a questi ragazzi cosa garantirà una scuola che potrebbe essere semi vuota? Perché non prova a valutare l’indizione di una iniziativa sul tema dei cambiamenti climatici in tutte le scuole italiane, per l’informazione, la sensibilizzazione e la conoscenza? Perché non realizzare una rete di scuole che su questo tema si impegna con serietà e approfondimento? Ci pensi, ad ognuno le sue competenze e ognuno per una causa giusta faccia al meglio le cose che gli competono”, conclude Fioroni.
Anche un altro ex titolare del Miur, Mariastella Gelmini, oggi capogruppo di Fi alla Camera, critica l’iniziativa: “Se il ministro Fioramonti vuole davvero dare un segnale positivo ai ragazzi impegnati nella battaglia contro il climate change e per l’ambiente – dice la forzista – non ne giustifichi le assenze da scuola – troppo facile – ne raccolga invece le proposte. Sì alla raccolta differenziata nelle scuole. Sì al plastic free negli istituti dotandoli di acqua potabile con distributori adatti. Sì ai cibi a chilometro zero nelle mense, sinonimo di qualità e di basse emissioni”.
“Inizi a lavorare in questa direzione- prosegue Gelmini- come dovrebbe fare un ministro che dimostra interesse sincero ai temi proposti dai ragazzi, e lasci ai genitori il compito di pensare alle giustificazioni. A ognuno il suo. La lotta per l’ambiente non può diventare un pretesto per saltare sistematicamente la scuola e varare la ‘settimana corta'”.
In difesa di Fioramonti, si pone Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana-Leu, che replica anche alla Gelmini.
“Ci vuole davvero parecchia faccia tosta – dice Fratoianni – se a criticare le scelte del nuovo ministro dell’Istruzione è proprio colei che da titolare del Dicastero di Viale Trastevere è stata la responsabile della più grande e terribile opera di definanziamento della scuola pubblica del nostro Paese, riducendola nelle condizioni in cui si trova ora”.
“Consiglierei l’on. Gelmini – conclude il parlamentare di Leu – invece di criticare i tentativi di Fioramonti di ridare dignitá all’istruzione e ai docenti di questo Paese, di dedicarsi ad altro, magari cerchi i neutrini in qualche tunnel…”
Di diverso Alessandro Pagano, vice presidente del gruppo Lega alla Camera: “giustificare ufficialmente gli studenti che si assentano da scuola con la scusa di partecipare a fantomatiche manifestazioni per il clima è molto grave”, dice il leghista.
“Così facendo, marinare la scuola sarà ancor di più un gioco da ragazzi. Mai era stato toccato un livello così basso nella scuola italiana, ma al suo esordio il nuovo ministro dell’Istruzione, con la sua circolare, è già riuscito a conquistare questo triste primato. Come padre, cittadino e lavoratore – prima ancora che come politico e al di là dello schieramento – mi sento mortificato e preoccupato”.
“Ai ragazzi va insegnato che la lotta per un ideale non può mai prescindere dalle proprie responsabilità. Ben diverso sarebbe stato emanare una circolare con cui incoraggiare gli studenti a manifestare liberamente e democraticamente il proprio pensiero sul clima scendendo in piazza di domenica e magari, al termine, ripulire una strada per dare l’esempio. Sarebbe stata un’occasione preziosa per dimostrare che ideali e impegno sociale si possono coniugare proprio in nome della scuola”, conclude Pagano.
La decisione sullo sciopero del 27 settembre ha creato, come prevedibile, una valanga di reazioni anche sui social network. La Tecnica della Scuola ha indetto un sondaggio tra i propri utenti sulla pagina Facebook ufficiale.
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