A poche ore dallo sciopero del comparto scuola del 30 maggio, i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda Unams e Snals Confsal, attraverso un comunicato unitario, tornano sulla protesta e affrontano il tema dell’inadeguatezza degli stipendi del nostro Paese:
“Crescono i dati relativi all’adesione del personale allo sciopero con stime che indicano una percentuale attorno al 20%. Se un lavoratore della scuola su 5 ha aderito allo sciopero significa che la protesta è forte. Questo è un fatto che non può essere ignorato.
L’Italia – la denuncia è dell’Ocse – ha gli stipendi più bassi nella UE.
Nonostante sia il fanalino di coda in tema di retribuzioni, nonostante la spesa in istruzione e formazione sia tra le più basse d’Europa non si vedono all’orizzonte iniziative che investano su un settore così importante per lo sviluppo del Paese.
L’iniziativa democratica del personale, che con lo sciopero ha manifestato il suo dissenso verso le misure del Governo deve trovare disponibilità concreta per una soluzione politica.
Contratto, reclutamento e formazione sono i nodi centrali di una vertenza scuola più volte rappresentata e che lo sciopero di ieri ha nuovamente riproposto”.
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