Una modifica sostanziale del decreto del governo sulla scuola, più risorse per il contratto scuola, lo stralcio di tutte le parti che sono oggetto di contrattazione, soluzione del problema del precariato, nuovo percorso di abilitazione e stabilizzazione del rapporto di lavoro dei precari con 36 mesi di servizio: sono queste le richieste avanzate dai segretari generali di FLC Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams nel corso dell’incontro di ieri pomeriggio con i responsabili scuola del PD.
Una riunione franca e diretta nella quale si è fatto il punto sulla situazione in atto, dopo due anni di pandemia e il sovrapporsi di misure tra loro confliggenti: “Abbiamo avviato lo scorso anno un confronto col ministero che ci ha portato a condividere un percorso, abbiamo sottoscritto un patto – hanno ricordato Francesco Sinopoli, Ivana Barbacci, Pino Turi, Elvira Serafini e Rino di Meglio –ma gli impegni assunti dal Ministro dell’Istruzione sono rimasti in gran parte lettera morta. Soprattutto non si è dato seguito all’impegno di attivare un confronto costante e approfondito sui progetti di innovazione, a partire dal reclutamento: si sono invece susseguite decisioni unilaterali del Governo, da ultimo col decreto legge 36, che oltretutto invade pesantemente il campo della contrattazione.
La parte relativa alla formazione, in particolare, deve essere stralciata e rimessa al tavolo negoziale. Serve certamente un grande piano di formazione e aggiornamento, ma la strada non è sicuramente questa. Bisogna, invece, valorizzare il protagonismo delle scuole.
Forte risalto ha avuto nell’incontro il tema delle risorse, rispetto al quale è stata sottolineata l’inadeguatezza di quelle attualmente disponibili per il rinnovo del contratto: “A pochi giorni dall’apertura del negoziato all’Aran è chiaro che servono nuovi investimenti– ribadiscono i cinque segretari – c’è un divario intollerabile tra la scuola e altri settori del pubblico impiego.
Manca del tutto una prospettiva di valorizzazione del lavoro svolto dai precari, per i quali occorre prevedere percorsi chiari e concreti per abilitarsi e avere opportunità di stabilizzazione. Le misure appaiono invece come dettate da un intento punitivo nei loro confronti”.
“Solo qualche settimana fa le scuole hanno dato una grande prova di democrazia – hanno sottolineato i rappresentanti dei sindacati scuola – alle elezioni per il rinnovo delle RSU hanno votato in tantissimi. Un livello di partecipazione del personale, che meriterebbe attenzione e rispetto. Perché invece non se ne tiene conto calando dall’alto riforme prive di spessore e di respiro? Dire che siamo contrariati è poco. Il 30 sarà sciopero, ma non è detto che la mobilitazione si fermi lì, siamo pronti a sostenerla per tutto il tempo e con le iniziative che sarà necessario attivare”.
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