Il fronte della protesta allarga: allo sciopero del 31 ottobre indetto per la scuola dalla Flc-Cgil e per l’intero pubblico impiego dall’USB stanno aderendo (con formule diverse) anche alcune sigle del sindacalismo sindacalismo di base.
Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas, sottolinea che “le ultime leggi di bilancio hanno stanziato risorse ben al di sotto dell’inflazione maturata nel triennio di riferimento, pari al 18%, con un “recupero” del solo 5,78%”.
“In questo modo – aggiunge – si abbatte il potere d’acquisto e noi scioperiamo affinché vengano stanziate risorse aggiuntive per rispondere all’inflazione del triennio e fare un passo verso gli stipendi europei”.
Le ragioni della protesta sono tante e riguardano molti dei provvedimenti che in soprattutto in questi ultimi mesi sono stati varati o annunciati dal Governo Meloni:
- la regionalizzazione del sistema dell’istruzione dovuta all’autonomia differenziata (gabbie salariali comprese);
- la riduzione di un anno di scuola superiore con la quadriennalizzazione di tutti i percorsi, attualmente ancora in discussione, già anticipata dalla sperimentazione della filiera tecnologico professionale;
- la riforma del voto di condotta, che “introduce – sostiene Unicobas – un clima di terrore e repressione nelle scuole;
- le nuove linee guida dell’educazione civica, volte a formare gli studenti su “valori” imprenditoriali, antisolidaristici e nazionalistici;
- la proliferazione di figure intermedie che spaccano la categoria e trasformano la scuola in un ibrido fra azienda e caserma;
- il DDL “collegato al lavoro” in discussione alla Camera che mira ad introdurre il “contratto di apprendistato duale” da 15 anni fino a dopo il dottorato, con retribuzioni ridicole.
Per Unicobas quello del 31 ottobre sarà uno sciopero generale di tutto il pubblico impiego, anche per ottenere la riduzione delle spese militari e degli sprechi vergognosi sui lager per migranti in Albania, sulla TAV e sul ponte sullo stretto di Messina ma anche a tassare gli extra-profitti ed investire sul welfare e contro il cambio climatico.
Rimanendo in ambito scolastico gli obiettivi sono quelli di avere un rinnovo contrattuale che avvicini gli stipendi a quelli della media Ue, ottenere l’assunzione dei precari, eliminando lo iato fra organico di fatto e di diritto e di arrivare anche alla riduzione del numero di alunni per classe.
Nella giornata dello sciopero Unicobas e Usb, che aveva indettto la protesta già da fine agosto, manifesteranno a Roma davanti Ministero della Funzione Pubblica (Largo Vidoni) a partire dalle ore 10.30.