Non si conoscono ancora i numeri ufficiali, ma è certo che lo sciopero dell’8 gennaio ha avuto indubbio successo, se non altro in termini mediatici.
Per tutta la giornata i principali organi di informazione ne hanno parlato ininterrottamente e diversi telegiornali serali hanno aperto proprio con la notizia della protesta.
Ma c’è qualcosa di strano in tutto questo.
Lo sciopero sta passando alle cronache come la protesta dei diplomati magistrale ma in realtà era stato proclamato per tutto il comparto a fine novembre da Saese, CUB e Anief per obiettivi diversi, legati prevalentemente alla questione contrattuale.
Ma, non appena esplode la grana dei diplomati magistrale, lo sciopero già proclamato diventa una occasione per estendere la protesta.
E infatti i 27 dicembre i Cobas indicono lo sciopero limitandolo ai soli insegnanti di infanzia e primaria (in proposito va anche detto la Commissione di Garanzia è intervenuta rilevando alcune irregolarità nelle modalità di proclamazione)
Resta il fatto che l’adesione dei diplomati magistrale allo sciopero si è realizzata in larga misura attraverso il passa parola considerato che il tutto è avvenuto a scuole chiuse, durante le vacanze natalizie.
Ed è questo l’altro dato strano: in pochi avrebbero scommesso sulla riuscita di uno sciopero preparato in questo modo e proclamato in concomitanza del primo giorno di lezione dopo le vacanze natalizie.
Le manifestazioni che si sono svolte in diverse città hanno sorpreso non poco gli stessi promotori. In genere i partecipanti a cortei, sit-in e presidi sono una percentuale assai ridotta rispetto agli scioperanti; questa volta, invece, la maggior parte delle maestre e dei maestri che hanno scioperato sono scesi in piazza. Insomma la giornata dell’8 gennaio potrebbe fornire qualche motivo di riflessione anche per gli stessi sindacati che dovrebbero cercare di capire cosa fa sì che uno sciopero riesca o fallisca.
Va anche segnalato che nella stessa giornata dell’8 gennaio la Commissione di garanzia ha anche diramato un comunicato per sottolineare l’illegittimità dello sciopero Cobas. Comunicato che ha immediatamente già provocato la secca risposta di Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas: “E inaccettabile che il contenzioso tra la Commissione e i Cobas, a cui vedremo quale seguito vorrà dare la Commissione stessa, appaia nel comunicato una messa in discussione della legittimità dello sciopero di oggi ‘tout court’ che risulta abbondantemente coperto e con largo anticipo dal Saese e a cui varie altre organizzazioni hanno aderito anche qualche giorno prima di noi. E comunque nulla da temere hanno le maestre e i docenti che brillantemente oggi hanno segnato una grande giornata di lotta”.
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