Può uno sciopero deprivare di diritti intere categorie di italiani, a partire da diverse centinaia di migliaia di giovani che per raggiungere la loro scuola sono costrette a muoversi con i mezzi pubblici? Evidentemente no, ma l’8 novembre è previsto proprio questo. Scatterà infatti alle 5.30 uno sciopero nazionale di 24 ore di bus, metro e tram, con prestazioni ridotte nelle fasce di garanzia, ossia con l’utilizzo solo del 30% del personale viaggiante. Era addirittura dal 2005 che non si programmava uno sciopero di questo tipo, senza fasce di garanzia: una mancanza grave che obbligherà tantissimi studenti e lavoratori, ma anche comuni cittadini, a rimanere a casa, mettendo quindi in serio dubbio, anche se solo per un giorno, la possibilità di fargli fruire del loro diritto alla salute, al lavoro e allo studio.
L’8 novembre, dalle 10.30 è prevista anche una manifestazione davanti al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture a Porta Pia a cui parteciperanno i leader della Cgil, Maurizio Landini, e della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
Sullo sciopero “abbiamo chiesto buonsenso e che vengano garantite alcune fasce protette per chi deve andare a fare una visita medica, in ufficio, ad accudire un disabile”, ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. “Il diritto allo sciopero, per carità di Dio, è sacrosanto” ma “nel settore dei trasporti ultimamente sono molto più frequenti che non in passato”, ha sottolineato il ministro.
Lo stop è stato proclamato dalla Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna “per il rinnovo del contratto nazionale, per la carenza di risorse, per la mancanza di politiche di programmazione, per la riforma del settore e per la salute e sicurezza sul lavoro“.
Gli organizzatori dello sciopero assicurano che saranno assicurati i “servizi assolutamente indispensabili” per la generalità degli utenti come collegamenti con porti e aeroporti nonché quelli specializzati di “particolare rilevanza sociale” quali trasporto dei disabili e scuola bus per materne e elementari, hanno spiegato i sindacati.
Il Garante degli scioperi era sceso in campo chiarendo che anche in assenza di fasce di garanzia, si sarebbero comunque dovuti organizzare e garantire “servizi minimi” di trasporto. Le fasce orarie sono decise a livello locale e così, ad esempio, a Milano saranno garantite le metro e alcune linee di superficie solo da inizio servizio alle 8:45 e dalle 15 alle 18; a Roma garantite sia le linee A e B della metro sia alcune linee di superficie da inizio servizio fino alle 8:30 e dalle 17 alle 20; a Napoli servizio limitato di bus nelle fasce oraria dalle 6.30 fino alle 9.30 e dalle 17 fino alle 20. E sarà coinvolto nello sciopero anche il personale di Ferrovie del Sud Est, dalla mezzanotte alle 23:59.
Si tratta, ricorda l’agenzia Ansa, del decimo sciopero nazionale nel trasporto pubblico locale indetto da inizio anno dai sindacati di categoria, “praticamente uno al mese”, mentre se si analizzano le proteste indette a livello locale dalle varie sigle sindacali del comparto che hanno incrociato le braccia da un minimo di 4 ore a un massimo di 24 ore, il numero di scioperi da gennaio a oggi sale a 44, con “una media di più di 4 serrate al mese”, denuncia il Codacons.
“L’assenza di fasce di garanzia – ha spiegato il presidente del Codacons Carlo Rienzi – rende lo sciopero” dell’8 novembre “abnorme, coinvolgendo un numero enorme di utenti”.
“Non contestiamo le ragioni dei lavoratori ma le modalità di attuazione della protesta appaiono più che mai eccessive, perché incideranno direttamente sulla libertà di circolazione dei cittadini, diritto riconosciuto dalla nostra Costituzione, di fatto limitando o impedendo gli spostamenti”, ha concluso Rienzi.