Nella giornata di oggi, giovedì 9 maggio, si è svolto lo sciopero nazionale della scuola, proclamato da Cobas Scuola Sardegna, Unicobas scuola e università, Usb PI e Cobas-Comitati di Base della Scuola.
Come riporta Ansa, c’è stato un presidio davanti al ministero dell’Istruzione e del Merito, a Roma. Si aspettano adesso i dati ufficiale del ministero per fare il punto della situazione.
Piero Bernocchi, portavoce nazionale Confederazione COBAS, spiega le motivazioni dello sciopero e i risultati di partecipazione: “Parecchie decine di migliaia di docenti ed ATA hanno dato oggi un forte segnale di ribellione e di radicale opposizione alla politica scolastica del governo Meloni e del ministro dell’Istruzione Valditara. Lo sciopero è stato convocato innanzitutto contro l’Autonomia differenziata, una sciagurata legge che, se realizzata, porterebbe alla frantumazione del sistema unitario di istruzione e subordinerebbe l’organizzazione scolastica a scelte politiche ed economiche ad essa esterne e estranee. Tutte le materie riguardanti l’istruzione passerebbero alle Regioni, con la creazione di 20 sistemi scolastici diversi. L’AD aumenterebbe la distanza tra Nord e Sud nel sistema scolastico e le diseguaglianze sociali tra i cittadini/e delle varie Regioni. Tale progetto distruttivo può ancora essere bloccato: questo abbiamo detto, in piazza e con lo sciopero, in questa confortante giornata di lotta”.
E continua: “Ma lo sciopero è stato indetto per oggi anche perché questa mattina erano convocati gli inutili e dannosi quiz Invalsi nella scuola Primaria, contro la cui funzione negativa e fuorviante lottiamo oramai da venti anni. Tante maestre/i hanno bloccato la somministrazione dei quiz, e al boicottaggio di essi hanno contribuito con lo sciopero anche tanti ATA. E nelle manifestazioni abbiamo poi ribadito quanto i quiz siano inutili, come confermano i Rapporti annuali dell’ente Invalsi, che dimostrano come 20 anni di quiz non abbiano migliorato la qualità della didattica; ma anche dannosi, perché, oltre a far spendere circa 30 milioni l’anno, cancellano ore di buona didattica, sostituite da allenamenti ai test. Considerazioni che rendono tanto più inaccettabile la volontà del ministro Valditara di inserire i risultati di tali prove nel curriculum degli studenti”.
“Tra le manifestazioni territoriali – aggiunge Bernocchi – particolarmente significativa quella di Roma sulle scalinate del Ministero Istruzione, alla quale, oltre ai docenti ed ATA, hanno partecipato anche molti bambini/e della Primaria insieme ai loro genitori. Durante l’iniziativa, i vari interventi hanno allargato i temi della protesta, pronunciandosi ad esempio contro il taglio continuo delle scuole, per la riduzione del numero di alunni/e per classe; contro la gerarchizzazione dei docenti con la creazione di figure artificiali come il tutor e gli orientatori, e per significativi aumenti salariali che almeno facciano recuperare a docenti ed ATA quanto perso negli ultimi anni; contro il precariato a vita; e dicendo bastacon le aggressioni e il mobbing contro i docenti da parte di troppi genitori, basta con lo strapotere dei dirigenti scolastici, basta con il sessismo e il non rispetto delle differenze nelle scuole”.
“Infine – conclude il portavoce – in particolare per gli ATA corale è la richiesta di aumento degli organici, mentre dalla scuola Primaria e dell’Infanzia viene con forza la richiesta per la parità oraria e di retribuzione con gli altri ordini di scuola oltre che l’aumento dell’organico per il sostegno”.