La vicenda dello sciopero del 9 maggio bloccato dalla Commissione di Garanzia si sta trasformando in un caso politico e approderà anche in Parlamento
L’onorevole Silvia Chimienti (M5S), sollecitata da Cobas e Unicobas, sta predisponendo una interrogazione ai Ministri dell’Istruzione, della Funzione Pubblica e del Lavoro per conoscere con maggior precisione le modalità con cui la Commissione di Garanzia è intervenuta a proposito dello sciopero proclamato dai due sindacati di base che, per parte loro, parlano di una ingiusta e discriminatoria compressione del diritto di sciopero.
In un precedente articolo abbiamo già illustrato ampiamente la vicenda che fin da subito aveva suscitato le proteste di Cobas e Unicobas: i due sindacati di base hanno proclamato infatti due giorni di sciopero, il 3 e il 9 maggio; la proclamazione, però, è arrivata alla Commissione la mattina del 6 aprile, poche ore dopo che l’Usae aveva proclamato lo sciopero generale del pubblico impiego.
La Commissione, invocando le norme sulla rarefazione oggettiva (fra uno sciopero e l’altro deve intercorre un intervallo di almeno 7 giorni), ha iimposto a Cobas e Unicobas di spostare l’azione di protesta ad altra data.
“Peccato che – sottlineano i due sindacati – in diverse altre circostanze anche recenti la Commissione abbia interpretato le regole in modo ben diverso”
“Gli esempi sono tanti” aggiungono e citano numerosi casi degli ultimi mesi.
Intanto, in attesa che il Governo chiarisca la vicenda in Parlamento, Cobas e Unicobas sono al lavoro per mettere a punto gli ultimi dettaglio dello sciopero del 3 maggio proclamato non solo per protestare contro le prove Invalsi ma anche per dire no alla elgge 107 e ai decreti approvati un mese fa dal Governo e per chiedere il rinnovo del contratto nazionale.