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Sciopero 9 maggio, presidio al Ministero di studenti e sindacati. Cobas: le famiglie non vogliono la scuola degli insulsi indovinelli

Oggi, 9 maggio, si è svolto lo sciopero nazionale della scuola, proclamato da Cobas Scuola Sardegna, Unicobas scuola e università, Usb PI e Cobas-Comitati di Base della Scuola. Come riporta Ansa, c’è stato un presidio davanti al ministero dell’Istruzione e del Merito, a Roma.

“Contro la contro riforma Valditara e 60 cfu, militarizzazione di scuole e università, autonomia differenziata e ai test Invalsi che oggi si svolgono nelle scuole primarie”, queste le motivazioni della protesta. Davanti al Mim l’unione sindacale di base (Usb), Cobas, Cib Unicobas e le organizzazioni degli studenti Osa-Cambiare Rotta. “No regionalizzazione, secessione dei ricchi”, si legge su uno striscione dei sindacati sulle scale del ministero. E ancora “no ai quiz Invalsi”.

Il presidio

Incrementare gli organici del personale Ata, ormai ridotti allo stremo per l’aumento insostenibile dei carichi di lavoro, aumentare gli stipendi di tutta la categoria per recuperare il potere di acquisto perso negli ultimi anni, e ancora ridurre il numero di alunni per classe e aumentare le ore di sostegno a quelli in situazione di disabilità. Queste alcune delle rivendicazioni espresse dai partecipanti al presidio a Cagliari indetto dai Comitati di base della scuola in occasione dello sciopero generale di oggi.

I manifestanti si sono riuniti sotto il Consiglio regionale: “C’è una volontà politica scientificamente organizzata per squalificare e depotenziare la scuola pubblica – spiega Andrea De Giorgi, referente Cobas Sardegna -. È un tentativo sistematico che passa per tante strade normative, prima di tutto per come si strutturano gli organici che sono ormai insufficienti a reggere il sistema, si è scaricato sulle scuole un carico di lavoro insostenibile e nel contempo si è tagliato il personale. Un suicidio anche dal punto di vista dell’economia politica dello Stato”.

“Chiediamo assunzioni ed eliminazione del precariato, perché ci sono 200mila lavoratori amministrativi e tecnici e personale docente che sono precari”, aggiunge Enrico Rubiu. Dito puntato anche contro l’autonomia differenziata che, “se realizzata, porterebbe alla frantumazione del sistema unitario dell’istruzione: tutte le materie di competenza esclusiva dello Stato o in parte divise tra Stato e Regioni, passerebbero a queste ultime, con la creazione di ventuno sistemi scolastici diversi”.

Il ruolo delle famiglie

“Abbiamo conferma da tutta la Sardegna di decine di plessi o scuole completamente chiuse per sciopero nelle città ed in tantissimi paesi e di tante altre scuole dove comunque i Quiz INVALSI sono saltati, (totalmente o parzialmente), per sciopero delle/degli insegnanti, e/o delle/dei Collaboratrici/tori Scolastici o per scelta delle famiglie che hanno tenuto a casa i loro figli non condividendo la scuola degli insulsi indovinelli o dove sono stati somministrati ad un numero ridicolo di alunni presenti”, questo recita un comunicato stampa di Cobas Scuola Cagliari.

Redazione

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