Anche la scuola sarà chiamata dalla Cgil a scioperare il prossimo 25 giugno: la decisione è stata presa nella giornata di mercoledì 9 dal Comitato direttivo del sindacato riunitosi proprio per prendere in esame la manovra finanziaria approvata dal Governo e che proprio in questi giorni sta iniziando il proprio iter parlamentare.
Lo sciopero sarà generale e riguarderà quindi tutte le categorie private e pubbliche: nel settore privato l’astensione dal lavoro sarà limitata a 4 ore, mentre per i dipendenti pubblici sarà dell’intera giornata.
La protesta riguarda i punti principali della manovra, dal blocco dei contratti pubblici e degli scatti di anzianità per il personale della scuola fino alla riduzione dei trasferimenti a Regioni e Comuni.
In occasione dello sciopero – annuncia il sindacato di Epifani – si svolgeranno manifestazioni regionali o territoriali.
Intanto il prossimo sabato 12 la Flc scenderà in piazza a Roma per richiamare l’attenzione di tutti sugli effetti della manovra finanziaria nei settori della conoscenza: sarà un’anteprima che farà capire se lo sciopero del 25 avrà qualche possibilità di riuscita nella scuola.
A partire dal 10 giugno prosegue anche lo sciopero degli scrutini proclamato dai sindacati di base e dai Comitati Precari Scuola che in questo periodo sono particolarmente attivi.
A Palermo, per esempio, il CPS sta organizzando per il 18 giugno il “Lecca la sarda day”: la manifestazione richiama una espressione dialettale che, come è facile comprendere, sta ad indicare che nei tempi di magra si è costretti a mangiare poco o nulla.
“In realtà – spiega Maria Pia Labita , maestra precaria, attivissima nel CPS palermitano – la nostra intenzione è quella di coinvolgere tutto il variegato mondo del precariato, anche perché in Sicilia, e a Palermo in particolare, la crisi sta colpendo tutti i settori; la giornata del ‘lecca la sarda’ sarà l’occasione per una riflessione sulle condizioni culturali, sociali ed economiche dell’isola”.
Anche i sindacati sono stati invitati a dare il proprio contributo alla buona riuscita dell’iniziativa, ma, per ora, non sono arrivate né adesioni né risposte.
“Ma noi – conclude Labita – non demordiamo: contiamo di essere in tanti e faremo tutto da noi”.
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