Il caso del liceo Regina Margherita di Torino è più unico che raro: il conflitto fra la dirigente scolastica Marianeve Rossi e il personale della scuola è diventato talmente profondo da indurre le RSU dell’istituto a proclamare uno sciopero di tutto il personale docente e Ata.
Delle vicende del liceo torinese ci eravamo occupati già tempo addietro :
proprio a causa dei difficili rapporti fra presidenza e docenti, si era succedute nella scuola dimissioni a catena del vicepreside e altri collaboratori.
Si parla anche di un procedimento disciplinare avviato dalla dirigente contro le RSU della scuola per avere indetto un’assemblea in orari e luoghi a suo avviso non consentiti.
Nelle ultime settimane, la situazione è ulteriormente peggiorata forse anche perché la scuola si aspettava un intervento risolutivo dall’alto che, almeno per ora, non c’è stato.
E così il 12 dicembre scorso le RSU, sostenute dalla Flc-Cgil, dalla Cisl-Scuola e dalla CUB, hanno deciso di proclamare uno sciopero di tutto il personale dell’istituto per il 22 dicembre.
Pronta la replica della Commissione di Garanzia per gli scioperi che in data 14 dicembre ordina alle organizzazioni sindacali e alle RSU di revocare lo sciopero perché la data fissata non rispetta i termini previsti dalle norme (gli scioperi vanno sempre indetti con almeno 15 giorni di anticipo).
Il giorno stesso le RSU della scuola non hanno potuto fare altro che comunicare la revoca dello sciopero.
In realtà già il 1° dicembre le parti avevano fatto un tentativo di conciliazione presso la Prefettura di Torino e non si comprendono quindi i motivi per cui RSU e sindacati abbiano aspettato più di 10 giorni per indire la giornata di sciopero.
Sta di fatto che, nel frattempo, la vicenda ha assunto anche valenza politica.
I senatori di Sinistra Italiana hanno infatti già fatto sapere di aver predisposto una interrogazione indirizzata alla ministra Valeria Fedeli per conoscere le iniziative assunte dal Ministero per riportare serenità nella scuola.
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