L’adesione allo sciopero generale del 24 ottobre scorso, da parte del personale della scuola, è stata molto alta. Secondo il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca la partecipazione è stata del 43,59 per cento. Questi, i dati rilevati alle 14,00 di venerdì 24 ottobre in 5.902 scuole dove hanno scioperato 237.246 dipendenti. La percentuale si scosta molto da quella comunicata dalla Cgil/Scuola "circa il 70 per cento con punte dell’85 per cento". Soddisfatte tutte le organizzazioni sindacali che hanno indetto lo sciopero: Cgil, Cisl, Uil, Confsal, Ugl, Cisal, Cib-Unicobas, Cobas, Sin – Cobas, Gilda Nazionale degli Insegnanti, Cobas/Scuola, a cui hanno aderito Cgil/Scuola, Cisl/Scuola, Uil/Scuola, Snals/Confsal, Cossma. In questa percentuale, però, non figura il personale del Comparto scuola in servizio nelle province autonome di Trento e Bolzano e nel comune di Trieste; per loro lo sciopero è stato fissato il 30 ottobre. In tanti, quindi, hanno gridato no "alla cancellazione delle pensioni di anzianità e ai quaranta anni per la pensione". Lo hanno sottolineato, soprattutto, i docenti più giovani e coloro che raggiungono la cattedra dopo lunghi anni di precariato. Il loro ingresso nella scuola, spesso dopo i quarant’anni, li vedrebbe in cattedra fino ai settanta. Quello del 24 ottobre è stato, secondo le organizzazioni sindacali, solo il principio di una lunga serie di proteste contro un sistema pensionistico ritenuto "ingiusto e iniquo".
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